16 luglio 2015
16 lug 2015

Chiudono “Il Regno” e “Settimana”. Lettera del Superiore Generale

di  Heiner Wilmer scj

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il regno-settimanaLettera del Superiore Generale

Cari confratelli,

Vi scrivo dopo la decisione del Centro Editoriale Dehoniano (CED) di Bologna di chiudere le riviste “Il Regno” e “Settimana”. La scelta compiuta è di grande e pesante rilievo perché l’opera mediale di Bologna è nata attorno alla rivista “Il Regno”. Ereditando un precedente bollettino per benefattori “Il Regno” parte infatti nel 1956 e dà spazio successivamente ad altre riviste (fra cui “Settimana”), favorendo l’inizio delle Edizioni Dehoniane a metà degli anni ’60. L’attività del Centro Editoriale Dehoniano continua con le rimanenti 12 riviste e le edizioni (EDB).

La Provincia Italiana ha ritenuto di non potere più sostenere il deficit che le riviste producevano da alcuni anni. Ne ha discusso in capitolo (ottobre-novembre 2014) chiedendo il rientro del deficit e il controllo del bilancio, manifestando un convinto sostegno all’opera, reso concreto dal prestito che le comunità hanno acceso nel marzo scorso. Le ragioni dell’amara decisione risiedono nell’accumularsi di stratificazioni di crisi diverse: dal profondo mutamento del comparto dei media, che penalizza la comunicazione cartacea e modifica le forme della comunicazione, al restringersi del bacino di utenza del personale ecclesiale in Italia (preti, religiosi e religiose); dal peso della crisi economica e finanziaria degli ultimi anni fino alla sempre più problematica distribuzione postale.

regnoCome Generale condivido sia la decisione sia la sofferenza che l’accompagna: per i confratelli, i redattori, i collaboratori e il personale interessato. L’opera continua, ma il passaggio attuale è un momento opportuno per capire e valorizzare il rilievo che le riviste e le edizioni del Centro Editoriale Dehoniano hanno avuto e hanno non solo in Italia, ma nel mondo. Se siamo largamente conosciuti è anche grazie ai confratelli (e ai collaboratori laici) che hanno dedicato la loro vita alla ricerca e alla divulgazione tramite la stampa. Sono oltre 60 i confratelli che hanno dato il loro apporto al CED. Una parte della ricezione del Vaticano II si è attivata grazie a loro. Tutte le nostre province ed entità ne hanno, in qualche maniera, goduto. L’orizzonte informativo mondiale, la qualità teologica delle pubblicazioni, la conoscenza diretta delle situazioni ecclesiali, l’autorevolezza dei giudizi e il grande rispetto e stima guadagnati costituiscono un patrimonio di assoluto valore.

In questo momento mi sento di incoraggiare i fratelli dell’Italia settentrionale e tutti quelli che fanno servizio al CED perché il loro servizio continui, certi della stima e attenzione dell’intera congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore. Il carisma che p. Dehon ci ha lasciato chiede un nuovo sforzo di discernimento e creatività. Che lo Spirito Santo ci aiuti!

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