08 novembre 2019
08 nov 2019

Colloquio Internazionale sulla devozione al Sacro Cuore/2

di  Zeferino Policarpo, scj

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2019-11-09

La giornata è stata molto impegnativa, sia per il numero di relatori che hanno condiviso i loro pensieri con l’assemblea, sia per i contenuti e la varietà delle prospettive presentate.

La prima parte della mattinata, è stata dedicata al tema delle trasformazioni e dimensioni trans-culturali della devozione al Cuore di Gesù. Daniel Sidler dell’Università di Basilea ha presentato come questa devozione si è sviluppata tra l’era barocca e l’Illuminismo, alla fine del XVIII secolo, concentrandosi in particolare sulla realtà della Svizzera. Maria Antonia Herradon Figueroa, della Royal Academy of Bellas Artes di San Fernando (Madrid) ha parlato di come la devozione al Sacro Cuore è stata utilizzata come strumento al servizio della politica e delle ferite che tale appropriazione ha provocato nella società spagnola del ventesimo secolo. Pertanto, parlare oggi in Spagna della devozione al Sacro Cuore significa ricordare un periodo meno positivo della storia spagnola.

Paul Airiau, dell’Institut d’Études Politiques (Parigi) ha riflettuto su come monsignor Maxime Charles, rettore della Basilica del Sacro Cuore, a Parigi, promosse una riformulazione e un rinnovamento della devozione al Sacro Cuore durante il suo mandato (1968-1985). Da quel momento in poi, il culto del Cuore di Gesù divenne essenzialmente un culto eucaristico e riparatore, senza tuttavia escludere la dimensione sociale e politica, che aveva caratterizzato i tempi precedenti.

P. Fransiskus Purwanto dell’Università Sanata Dharma (Yogyakarta) ha presentato la realtà dell’Indonesia, dove la devozione al Sacro Cuore è stata portata dai missionari. Il culto fu rapidamente inculturato e oggi ottiene anche la simpatia della comunità musulmana e giavanese. La devozione al Sacro Cuore è essenzialmente devozione spirituale, ma ha anche il coinvolgimento sociale espresso nell’aiutare i più bisognosi e i più poveri della società.

Al termine della mattinata, abbiamo ascoltato gli interventi di Sven Baier e Damian Troxler, dell’ University of Teacher Education (Lucerna) sulla memoria e la didattica della devozione iconografica nella vita quotidiana della società.

Il simposio è proseguito, dopo la pausa del pranzo, con l’intervento di Marcello Neri, dell’Europa-Universität (Flensburg) che ha riflettuto sull’evoluzione della devozione al Sacro Cuore. Con Tommaso da Olera (1563-1631), la devozione al Sacro Cuore aveva come riferimento la sacra scrittura e non c’era rappresentazione e immagine. Con Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690), la devozione al Sacro Cuore è legata alla dimensione sacramentale ed è rappresentata da un’immagine concreta. È una devozione in cui l’istituzione ecclesiale ha la preponderanza. Il relatore ha concluso presentando alcune prospettive per rinnovare oggi la devozione al Sacro Cuore.

Il neo cardinale D. Tolentino Mendonça ha parlato della riscoperta del luogo del cuore. Per l’Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, il luogo del cuore è il corpo della persona, quindi una teologia dei sensi spirituali e dei sensi corporei deve essere valorizzata per promuovere oggi la devozione al Cuore di Gesù.

P. John van Hengel scj, di St. Paul University (Ottawa) ha parlato di come Padre Dehon ha vissuto la devozione al Sacro Cuore e p. Nicolas Steeves sj, della Pontificia Università Gregoriana (Roma) ha difeso che il Sacro Cuore di Gesù è uno stimolo fondamentale per la riflessione e immaginazione teologica.

Franziska Metzger ha chiuso questo Colloquio Internazionale raccogliendo le provocazioni della riflessione prodotta in questi giorni.

FOTO DEL COLLOQUIO seta

 

 

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