Riflessione sulla parola di Dio

Riflessione quotidiana sulle letture della liturgia del giorno

di  Enzo Brena, SCJ

email email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile

A un primo ascolto questa liturgia della Parola potrebbe apparire un po’ estranea a quanto ci occuperà in queste settimane di dialogo e confronto fraterno. Sappiamo, tuttavia, che la Parola di Dio ha sempre un messaggio utile per riuscire a dare un senso alla giornata che si apre davanti a noi. Non essendo un esegeta biblico, mi limito a condividere con semplicità alcune suggestioni che le letture bibliche mi hanno suggerito.

Nella prima lettura abbiamo ascoltato la vicenda del re Acab e del suo personalissimo progetto sulla vigna di Nabot di Izreel. Questa storia è un esempio paradigmatico di come funziona la psiche umana e le relazioni quando sono dominate da un “io” sproporzionato.

Acab, re d’Israele, fa a Nabot una richiesta ragionevole in relazione alla vigna che gli appartiene. Ma la ragione decisiva per cui Nabot non considera vendibile la sua vigna è “affettiva”: è l’“eredità dei suoi padri”. La reazione di Acab al rifiuto di Nabot è la tipica reazione di un bambino capriccioso: mette il muso, non mangia, si rifugia nel suo letto con la faccia rivolta contro il muro per manifestare tutto il suo disappunto e la sua contrarietà.

E qui entra in gioco la moglie Gezabele che, assumendo l’atteggiamento tipico di una “madre”, si fa “alleata” del suo capriccio – con un atteggiamento chiaramente anti-pedagogico –: alimenta il suo egocentrismo dando per certo che tutto gli è dovuto per il solo fatto che lui è il re! Con questi presupposti, ovviamente, segue il complotto con la falsa testimonianza di due persone perverse, coinvolte nel complotto di Gezabele, e così la folla lapida ingiustamente Nabot, gratificando il desiderio del re capriccioso e incapace di dare un limite al proprio “ego”.

Ma, come sempre in questi casi, la gioia di Acab non dura molto. Il profeta Elia gli annuncia la maledizione di Dio per il delitto compiuto: una punizione che non si esaurirà nella sua storia personale, ma coinvolgerà i suoi figli e i discendenti…

Nel brano evangelico, ci vengono offerti alcuni versetti del discorso della montagna dove, in opposizione alla dura “legge del taglione”, Gesù propone la “legge della misericordia senza limiti” di Dio Padre che non solo non reagisce al male con altro male, ma risponde al male con una sovrabbondanza di bene. La differenza tra l’atteggiamento di Acab e quello di Gesù è evidente: il primo vuole ridurre tutto alle dimensioni della sua volontà; Gesù vive in una costante tensione di crescita perché il suo cuore si allarghi alle dimensioni del cuore di Dio Padre.

Che cosa dicono a noi questi due brani della Parola di Dio?

Senz’altro ci dicono che tutti noi – nessuno escluso! – siamo sempre condizionati da dinamiche legate in qualche modo al nostro bisogno di emergere e vedere gratificata la nostra visione della realtà, perché questo ci fa sentire più sicur. Fisicamente non mettiamo a morte nessuno, non lanciamo sassi e non lapidiamo nessuno (anche se le parole, spesso, fanno più danni delle pietre!)… ma non dovremmo mai dimenticare che siamo tutti sempre vulnerabili al bisogno di rassicurazione, – anche se non sempre ne siamo consapevoli – per cui cerchiamo conferme immediate e l’appoggio di persone che siano dalla nostra parte.

Ecco: questo è un atteggiamento che non aiuta la ricerca della volontà di Dio che, per natura sua, in qualche modo ci mette sempre in discussione perché vuole farci “figli” come Gesù.

Che cosa fare, allora, per accogliere la volontà di Dio e vivere il più possibile in sintonia con il cuore di Dio?

Anzitutto, mi sembra necessario non inquietarci per le preoccupazioni e i problemi che incontriamo nella nostra vita quotidiana. Le difficoltà manifestano la presenza di un problema, stimolano a un passaggio da compiere, un cambiamento da operare: se accettate e affrontate, esse purificano la nostra esperienza, ci conducono alla progressiva scoperta della realtà, della nostra identità, personale e comunitaria. E inquietarsi, di fronte alle vicende della vita, non aiuta e non porta frutti di crescita.

Le parole rivoluzionarie del brano evangelico di oggi, poi, richiamano altre parole di Gesù decisive per vivere in costante atteggiamento di discernimento. Durante il suo percorso di evangelizzazione, di fronte alle fatiche e ai dubbi dei discepoli, Gesù disse: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto» (Lc 12, 49).

Non sono un esperto, ma mi sembra che insieme al pianto su Gerusalemme questa è forse l’unica volta, prima del Getsemani, che Gesù esprime apertamente una sua inquietudine. E Gesù non è angosciato perché si sente incompreso, per la delusione di qualcosa che non va, per un insuccesso pastorale, per la poca fede dei discepoli o per il disprezzo di scribi e farisei. La sua è un’inquietudine per ciò che ancora deve vivere, è l’inquietudine di una persona che non vede l’ora di essere libera e piena trasparenza dell’amore misericordioso del Padre.

Ecco: questa è l’unica preoccupazione, la sola inquietudine che noi dovremmo avere !

Se vogliamo vivere la nostra vocazione dobbiamo portare dentro questa sana inquietudine: diventare sempre più libera e piena trasparenza della misericordia del Padre. Non c’è proposta vocazionale più efficace di questa: la testimonianza di persone che esprimono e vivono il desiderio evangelico di giungere alla libertà di amare come ama Gesù, aperti a tutti gli esseri viventi, così come sono, con il coraggio dell’umiltà di chi accetta il duro lavoro della vita e delle relazioni, senza cedere al bisogno esibizionistico di frequentare scenari reali o virtuali per dimostrare di essere “qualcuno”. Un mondo già abbondantemente nevrotico non ha bisogno di una vita consacrata altrettanto nevrotica, chiacchierona, smaniosa di farsi notare, ma ha bisogno di gente umile, concreta, votata al servizio di ogni essere umano! Sono queste presenze evangeliche che fanno la storia della salvezza… e possiamo essere noi!

 

Iscriviti
alla nostra newsletter

ISCRIVITI

Seguici
sui nostri canali social

 - 

Iscriviti
alla nostra newsletter

Invio email a
Dichiaro di aver letto e compreso la Privacy Policy.