Recuperare e riabilitare gli ex detenuti e riportarli all’interno della società con fiducia
Il Distretto di India ha assunto il ministero del recupero e della riabilitazione degli ex detenuti nel 2019. P. Sunil Roman SCJ, responsabile del servizio, spiega il metodo e le sfide del suo ministero e della sua vita a “Snehasramam” (Casa dell’Amore).
Il 15 maggio 2019, la Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (SCJ) ha assunto un nuovo ministero. Esso riguarda il recupero e la riabilitazione degli ex-detenuti. Il centro è conosciuto come Snehasramam (Casa dell’Amore); le persone che vengono qui sono detenuti rilasciati. L’obiettivo di Snehasramam (Casa dell’Amore) è quello di recuperare e riabilitare i detenuti e riportarli all’interno della società con fiducia.
Abbiamo assunto questo ministero dalla Conferenza episcopale cattolica del Kerala (KCBC). Lo abbiamo iniziato il 1° ottobre 1991. L’idea che sta dietro a questo servizio è quella di dare una seconda possibilità alle persone una volta considerate come criminali. È un ministero che dà questo messaggio: i peccatori hanno bisogno di cambiare; noi siamo con voi, siamo qui per aiutarvi a rendere migliore la vostra vita. Come sappiamo, le persone vanno in prigione per vari motivi e a volte sono incarcerate in base a sospetti. Quando sono in carcere si chiedono dove potranno andare dopo. Pensano che quando escono, la gente li guarderà con sospetto. Anche i loro cari li guardano in modo diverso. A volte i membri della famiglia non vogliono che ritornino in famiglia. Anche la società li definirà malfattori. Possono avere la sensazione che non ci sia nessuno per loro; anche trovare un lavoro è un punto interrogativo. Si pongono da soli la domanda: “Chi ci aiuterà? La risposta a questa domanda è Snehasramam.
La vita a Snehasramam
Attualmente tre sono i dehoniani che lavorano con i detenuti, cioè P. Sunil Roman, P. Siju Solomon e Fr. Xavier Viju. Abbiamo un programma giornaliero per i detenuti. Attualmente abbiamo un solo detenuto. A causa della pandemia del Covid-19, ci viene chiesto di non ammetterlo, perché anche nelle carceri molti sono colpiti dal virus. Una volta che le cose saranno tornate alla vita normale avremo più membri. La giornata inizia con la preghiera del mattino, l’adorazione, la santa Messa e il tempo per il lavoro manuale. La sera ci sono i vespri e il rosario.
Due religiose vengono una volta al mese per dei colloqui. Ogni giorno dopo la cena i detenuti si incontrano con il direttore per valutare la giornata. Condividono ciò che è accaduto durante il giorno e in questa occasione si discute anche tutto ciò che va risolto. Il limite di tempo qui allo Snehasramam è di sei mesi. Dopo di che i detenuti sono liberi di andare a casa o accedono alla seconda fase di formazione “Santhi Nivas” (Casa della Serenità), dove rimangono con alcuni padri ed escono per il lavoro.
Quella che viene qui è gente segnata dal rifiuto, dal dolore, da ferite e rimpianti per la vita passata. Snehasramam li riceve e dice loro: siamo qui per aiutarvi. Vishnu Srikumar, un detenuto di Snehasramam, arrivato di recente dice: “Non ho altro da perdere se non i miei organi fisici e la mia mente”. Era un tossicodipendente, abbandonato dalla sua famiglia e dai suoi amici. È stato arrestato mentre vendeva droga. Quando era in prigione, è venuto a conoscenza di Snehastramam. Una volta terminata la sua pena è venuto qui. Ora vuole vivere dignitosamente, costruire la sua speranza e la sua fiducia, per affrontare il mondo ancora una volta, questa volta in modo diverso.
Riconciliazione e reintegrazione
Mentre i detenuti sono al centro, i dehoniani mantengono i contatti con i loro familiari. È un processo di riconciliazione e di reinserimento. Chiediamo ai familiari di venire a far loro visita. È anche il momento di curare le ferite dei detenuti e dei familiari. A volte i familiari esitano a venire a visitarli a causa delle ferite causate dai detenuti. Ma i dehoniani cercano di convincerli a venire a visitarli e ad accettarli, una volta terminato il loro soggiorno a Snehastramam. Fa parte del programma anche visitare la famiglia dei detenuti prima che lascino Snehastramam.
Coinvolgimento del dipartimento di polizia
I dehoniani visitano le carceri, celebrano la Santa Messa e ascoltano le confessioni. Abbiamo buoni rapporti con le autorità carcerarie. Per lo più riceviamo i detenuti direttamente dal carcere. Quando qualcuno viene rilasciato dal carcere, la polizia ci informa. È necessario portare il certificato rilasciato dall’autorità per ottenere l’ammissione a Snehastramam.
Le sfide di questo ministero
I detenuti che sono qui non sono facili da gestire. Sono persone con ferite, ferite psicologiche e persone che hanno vissuto esperienze difficili in passato. È molto difficile far capire loro le cose. Disobbediscono e cambiano facilmente umore. Lavorare con loro richiede tanta pazienza e tolleranza. Snehasramam è una casa senza pareti. A volte i detenuti lasciano il centro senza dir nulla, e questo provoca una forte tensione, perché siamo responsabili per loro. A volte abbiamo uomini con squilibri psicologici dovuti all’uso eccessivo di droghe e alcol. È molto importante che uno psicoterapeuta o uno psichiatra lavori con loro in pianta stabile. In mezzo alle lotte e alle difficoltà, i dehoniani qui allo Snehasramam cercano di fare del loro meglio per seguire la spiritualità della nostra Congregazione: “profeti dell’amore e servitori della riconciliazione”. Continuate a pregare per noi!
Messaggio di Snehastramam
Guidami, o Signore!
Dal mondo di morte
Al mondo della vita.
Dal mondo del dolore
Al mondo della felicità.
Dal mondo delle catene
Al mondo senza serrature.
Dal mondo dei muri
Al mondo senza pareti.
Dal mondo del furto
Al mondo della condivisione.
Dal mondo della disperazione
Al mondo della speranza.
Dal mondo della vendetta
Al mondo del perdono.
Dal mondo dell’autorità
Al mondo del servizio.
Dal mondo dell’odio
Al mondo dell’amore.
Dal mondo dell’ansia
Al mondo della provvidenza.
Guidami, o Signore!