12 febbraio 2016
12 feb 2016

Mi piaceva fare la via crucis

di  Juanjo Arnaiz Ecker, scj

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Scriveva p. Dehon: “Mi piaceva fare la via crucis” (NHV 4/219). In Quaresima, la Via Crucis è uno dei mezzi raccomandati dal fondatore per sperimentare l’unione spirituale con Gesù. Oggi magari le nostre sensibilità rendono difficile scoprire il limite della morte di Cristo come spazio d’incontro e… di amore. Ma Dehon è categorico: “L’oggetto abituale dei miei affetti è stato Gesù crocifisso” (NHV 5/70).

Un compagno

Gesù e il crocifisso, ci viene mostrato da Dehon come confidente e compagno, cioè vissuto nello spazio dell’intimità, del cuore profondo dove si sperimentano i grandi sentimenti, ma anche quelli piccoli e quotidiani, e dove si rivela la misura reale di una vita. Forse per questo aggiunge: “Facevo la via crucis ogni giorno” (ibd).

Far crescere la fiducia

Passo dopo passo, sulla via della croce il cuore cambia, la fiducia si fa sentire, la riconciliazione arriva, la verità di una vita in Dio diventa luce: “Non ho più la stessa sensazione sulla via crucis. Sono più fiducioso, come un peccatore perdonato” (NQT 35/19). Camminando alla luce della croce, questa trasformazione suscita il sentimento di giubilo, il giubileo della misericordia.

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