P. Blancal (1826-1905) fu una figura molto controversa. Personalità brillante e ambiziosa, fu in costante conflitto con p. Dehon. P. Dehon lo accettò cosi come era. Blancal Mori fra le braccia di p. Dehon
P. Germano del Ss. Sacramento (Bernardo) Blancal (1826-1905)
Nato il 21 novembre 1826 a Villemur (F), inizia il noviziato il 25 marzo 1889, professa presto il 27 agosto dello stesso anno, emette i Voti perpetui il 6 settembre 1890. Tutto un po’ troppo in fretta…per giunta prima di entrare in Congregazione era stato membro dell’istituto dei Sacerdoti del S. Cuore di Toulouse e perfino Superiore a Montauban. Fu protagonista di un processo a Roma contro il Fondatore della loro Congregazione, p. Caussade che aveva prodotto una scissione.
I dissidenti avevano chiesto di unirsi alla Congregazione di Dehon, ma questi, consigliato da padre Eschbach, non li aveva accolti, eccezion fatta per padre Blancal[1].
Quale sarà stato il motivo? Può darsi per la raccomandazione di Madre Anna di San Francesco di Sales, Superiora Generale della Congregazione dell’Adorazione riparatrice a Parigi.[2] Secondo costei Blancal aveva tenuto buoni ritiri alla sue religiose a Lille, Parigi e Chalons-sur- Marne. Era una persona molto dotata, grande oratore, molto abile nel coltivare relazioni umane, ma anche molto ambizioso.
Quando Blancal entrò nella Congregazione, Mons. Thibaudier destinato all’archidiocesi di Cambrai, nel mese di febbraio 1889 aveva dovuto continuare più di un anno come Amministratore di Soissons, nell’attesa di un successore. Si era frattanto formata una fronda in forte opposizione contro Dehon. All’inizio di settembre 1889 Mons. Thibaudier ordina a p. Dehon di passare ad altri la direzione del Collegio San Giovanni e fondere la Congregazione «con alcune delle Congregazioni più antiche come i Padri dello Spirito Santo o quelli d’Issoudun».[3]
Il 27 settembre, «arriva da Cambrai l’ordine di lasciare tutto. È la rovina totale. Mi sforzo per portare con gioia questa croce suprema».[4] La salute di Dehon va in crisi. Per fortuna l’ordine di uscire fu revocato il 29 settembre, e fallì anche la fusione con altre Congregazioni. Di questa situazione di instabilità si avvantaggia l’ambizioso Blancal. Il 24 febbraio 1890, Mons. Duval, il nuovo vescovo di Soissons, è consacrato nella cattedrale di Rouen. Il 22 marzo, p. Dehon annota: «Monsignore è pieno di sfiducia. Mesta e rimesta nella piaga del mio cuore. Fiat, fiat».[5]
A partire dal luglio 1893 sopravviene una vera tempesta di denunce e calunnie contro padre Dehon. Il 26 dello stesso mese, Mons. Duval gli scrive: «Ormai non è più possibile la sua presenza a S. Quintino. Bisogna organizzare con tutto l’impegno, immediatamente, la sua uscita. I migliori tra i suoi preti provvederanno alle necessità del San Giovani e alla direzione della sua Congregazione».[6]
Come per il predecessore, si tratta di un abuso d’autorità, le condizioni imposte sorpassano la sua giurisdizione, ma il Fondatore non fa valere i suoi diritti, preferisce il silenzio e soffrire in coerenza al voto di vittima che aveva fatto.
C’erano anche difficoltà interne, sorte in particolare, per la crescita anomala della Congregazione. La Mancanza di personale nelle diverse opere aveva motivato l’impiego di scolastici e ciò ostacolava una buona formazione. La stessa crescita numerica produceva enormi difficoltà e disagi finanziari… in tal modo emerse un’opposizione contro p. Dehon che, per disgrazia, si estese fuori dalla stessa comunità. Alcuni dei suoi religiosi più vicini fanno di tutto per allontanarlo dal Collegio San Giovanni, altri tentano di rimuoverlo dalla carica di Superiore.
Venne persino accusato di aver falsato l’ispirazione originaria della Congregazione: capo della contestazione fu Blancal, che forse non aveva trovato nell’Istituto ciò che pensava, o nella sua ambizione faceva proprie le lamentele altrui. Si consideri che Blancal godeva della stima del Vescovo, che aveva visto in lui un possibile successore di Dehon, aggiungendo complicazione a complicazione.
Tutto questo fu oggetto del Capitolo generale di Fourdrain (6-7 settembre 1893). Nella prima sessione Dehon lesse una lettera di Mons. Duval in cui il vescovo spiega i motivi della sua assenza e i suoi “desiderata”; informa che c’è una gran dispersione nella Congregazione e nel Consiglio, chiede che ci sia un Consiglio residente e che siano almeno nominati due Assistenti, dei quali uno sia primo Assistente effettivo. L’opinione di costui sarà preponderante e tutta l’amministrazione sarà in capo a lui.
Forse voleva allontanare padre Rasset e preparare Blancal a succedere a Dehon… progetto elaborato da Blancal, che mirava a diventare Superiore Generale, ma favoriva anche il Vescovo, che voleva rendere la Congregazione un Istituto al servizio esclusivo della diocesi.[7]
La lettera di Mons. Duval costringeva Dehon a interrogarsi sull’opportunità di chiedere la rielezione, malgrado fosse già stato eletto a vita. Il Capitolo lasciò in disparte la rielezione per tre anni, con quasi due terzi dei voti. Undici capitolari votarono contro una nuova rielezione, e cinque a favore: p. Blancal e i suoi seguaci. In sintesi furono eletti Assistenti e Consiglieri: Rasset fu eletto primo Assistente, Blancal secondo; Legrand, Agostino Herr, Lobbé e Paris furono eletti Consiglieri. Vivevano a Saint-Quintin o dintorni e Mons. Duval non riuscì ad allontanare Dehon dall’incarico di Superiore Generale. P. Blancal non ritenne persa la battaglia, preparò con il suo gruppo (Delgoffe, Lobbé, Paris, Bertrand e Lécart), la rivincita offerta dal futuro Capitolo Generale del 1896.[8]
Dal 1895 era Superiore della Casa del Sacro Cuore, in cui vivevano quasi tutti i suoi seguaci, situazione favorevole ai suoi intenti. Aveva anche il compito di confessare le Ancelle del S. Cuore e per riuscire nel suo intento gli occorreva l’appoggio di Mons. Duval. Lo fa per mezzo di Delgoffe, che il 12 e il 30 luglio 1896 invita il Vescovo ad intervenire, attacca pesantemente Dehon e gli chiede di allontanarlo dalla Congregazione[9]. P. Paris che non sapeva cosa fare in tanta confusione, consultato il Vescovo sul Capitolo riceve l’indicazione di votare secondo coscienza[10]. Malgrado tutto, il vescovo Duval, forse per le esperienze del precedente Capitolo, non volle intervenire direttamente.
Nella prima sessione del quarto Capitolo Generale (31 agosto 1896) Dehon, per soddisfare alcune obiezioni e compiere l’impegno che si era dato lui stesso tre anni prima, annunzia che lascia la carica di Superiore Generale: sono chiesti chiarimenti e, messa ai voti la rinuncia, è respinta con 16 voti contrari e 6 favorevoli (gruppo Blancal), come risulta dagli Atti del Capitolo.
Ciononostante risulta che padre Rasset, invece di procedere immediatamente a nuova elezione, propose in primo luogo di votare se l’assemblea accettava le dimissioni. Dehon raccontò poi a p. Philippe che «il p. Andrea si alzò e disse ai Padri Capitolari: «sia come sia padre Dehon è l’unico capace di dirigere l’opera»[11], evitando così che gli scontenti potessero riunirsi attorno ad altro nome.
Questo non impedì a Blancal di far osservare nella terza sessione capitolare che, dopo tanti anni, non era stato possibile realizzare l’Opera del Sacro Cuore, come indicano le Costituzioni ed era stata presentata al suo ingresso in Congregazione. Rileva un’eccessiva facilità nell’ammissione dei candidati, una formazione incompleta negli scolasticati e noviziati. Gli piacerebbe vedere la Casa Madre composta da elementi omogenei e di potere definire la formazione delle persone circa la vita interiore e quella attiva. Sente la mancanza di grande prudenza nella selezione dei candidati e di una maggiore concentrazione sull’opera. Chiede al Capitolo di prendere misure efficaci per ricondurre la Congregazione al pensiero primitivo per il quale è stata fondata.
Commenta Mons. Philippe: «Senza dubbio un uomo tanto esperto come padre Blancal non lasciò di mettere in rilievo i punti deboli della Congregazione ancora in processo di formazione: il grande punto nero lo trovava nella formazione delle giovani generazioni… Il suo lamento non era del tutto infondato. Senza dubbio qualche religioso vide in lui l’uomo del futuro».[12]
Sotto la frase di p. Blancal: “Non è riuscita l’Opera del Sacro Cuore, come c’è stata mostrata al nostro ingresso nella Congregazione” si nasconde, forse, quello che Mons. Philippe, ormai Superiore Generale, afferma nella sua Circolare 20 gennaio 1932: “Alcuni si deviavano dal retto cammino orientato (all’Istituto) troppo esclusivamente alla vita contemplativa… dentro gli stretti limiti dell’Adorazione riparatrice e dell’Ufficio Divino»[13]
E siccome queste lamentele avevano una certa ragione, il Capitolo prese alcune misure sulla formazione e l’Adorazione eucaristica.
Nella quarta sessione celebrata il 1° di settembre, p. Rasset è stato eletto come primo Assistente e p. Prévot secondo. Consiglieri generali: i padri Delloue, Legrand, Lobbé e Blancal. Quest’ultimo, capendo che non sarebbe stato con i Capitoli generali che avrebbe potuto realizzare suoi obiettivi, iniziò un’altra tattica. A settembre 1896, poco dopo il Capitolo, mancando un professore per la Scuola Apostolica di Fayet, Dehon permise a Legrand di richiamare Bruno Blanc che si trovava in Ecuador. Il telegramma, giunto con spiegazioni erronee, produsse confusione, si interpretò fosse volontà del Fondatore che tutti lasciassero l’Ecuador e tornassero in Francia.
Padre Slangen, autore di una biografia di p. Reelick missionario ad Ambato, Ecuador, afferma di avere consultato p. Lux (ex-missionario anche Ecuador) su questo telegramma, e questi gli rispose: «P. Grison mi ha raccontato qualcosa sul misterioso telegramma durante il nostro viaggio in Congo. Ebbi l’impressione che ne sapesse più di quanto non diceva. Le sue parole mi chiarirono certe opinioni e conversazioni a Saint-Quintin appena rientrati dall’Ecuador e che allora non riuscivo a capire bene. Ora ne posso parlare liberamente perché gli interessati sono deceduti e si tratta della chiarificazione seria di circostanze di quei tempi.
La mia convinzione, fondata su opinioni, conversazioni e deduzioni è che tra alcuni Padri a Saint-Quintin c’era opposizione a p. Dehon e al suo lavoro in Ecuador. A causa di questa opposizione ci furono molte defezioni. P. Generale non voleva perdere quest’opera missionaria, iniziata con tanta fiducia e conservata con coraggio, sacrifici e dolori. In quei tempi gli oppositori lavorarono alle sue spalle e contro la sua volontà. Ignoro il testo del telegramma, credo però che padre Grisou mi dicesse che si era abusato … I Padri che agirono così possono aver avuto buone intenzioni, credevano che il pensiero missionario non coincidesse con i fini della Congregazione… avrebbero dovuto affidarsi di più alla Provvidenza, stimare e rispettare maggiormente p. Dehon»[14].
Che le cose riferite da p. Lux fossero vere, risulta dal fatto che rientrati dall’Ecuador i Padri Déal, Ireneo e Bruno Blanc e Miquet, altro missionario rientrato in precedenza, furono convinti a firmare il Memorandum.
Il 6 luglio 1897, i padri Grison e Lux si imbarcarono ad Anversa per iniziare la nuova missioni nel Congo. Nello stesso giorno il gruppo Blancal inviava il Memorandum a Dehon, protestando di non essere d’accordo con queste nuove missioni e con il modo di lavorare del Fondatore, in particolare nel campo sociale; chiesero di lasciare la Congregazione e dare inizio a un nuovo Istituto.[15]
Senza entrare qui nei dettagli, a firmare erano stati i padri Blancal, Lobbé, Delgoffe, e i missionari Ireneo e Bruno Blanc, Déal e Miquet. Mancano le firme dei padri Paris, Bertrand e Lécart che forse si erano resi conto del loro errore.
Letto il Memorandum, Dehon, non perde la testa e non fa alcuna discriminazione o pubblicità. Conversa con i firmatari e li smonta uno alla volta, sottraendoli all’influsso di Blancal.
Quanto a Blancal questo fu l’atteggiamento di Dehon: non gli disse neanche una parola di rimprovero e, quando nel 1905 questi cadde gravemente infermo, morì poi tra le sue braccia. Nel 1912, nei Souvenirs Dehon ne parla con affetto[16] ricordando solo le sue qualità e i servizi prestati…
[1] NQT vol I, p 514, nota 37; Vassena scj STD 20, pp. 137-139; lettera P. Eschbach 22 ottobre 1887, AD. B. 21/u.
[2] AD. B. 21/3.36; G. Manzoni, Leone Dehon e il suo messaggio, p. 319.
[3] NQT IV/1889, 95-95 v: 29 agosto-7 settembre.
[4] NQT IV/1889, 96v: 27 settembre.
[5] NHV IV/1890, 104: 22 marzo.
[6] AD. B. 24/15-2, inven. 515.15.
[7] A. Vassena scj, Les rapports du P. Dehon avec les Évêques de Soissons, STD 20, pp. 133-136.
[8] A. Vassena scj. STD 20, p. 164.
[9] AD.B. 24/15.2 inven. 516.00.
[10] Vassena scj. STD 20 p. 169. Mons. Philippe “Heimat un Missión” p. 164.
[11] Mons. Philippe, ‘Heimat und Mission’ 1953, p. 164.
[12] Mons.Philippe , ‘Heimat und Misión’ 1953, p. 164.
[13] LCC II, p.234 n. 52.
[14] E. Driedonkx STD 19, pp. 145-147.
[15] AD.B. 48/4-A. inven.787.11. G. Manzoni, P. Leone Dehon e il suo messaggio, pp.384-386; Vassena scj. STD 20, pp. 181-183.
[16] L. Dehon. ‘Souvenirs’ OSP 7, p.223.