13 agosto 2016
13 ago 2016

I Dehoniani continuano ad occuparsi delle vittime dei terremoti dell’Ecuador

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Il consigliere generale, p. Stephen Huffstetter, è in visita con i dehoniani a Bahia de Caraquez, in Ecuador, una delle zone più colpite dal terremoto del 26 aprile. Ci scrive:

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“Dopo un viaggio in aereo di circa un’ora da Quito, siamo atterrati a Manta, l’aeroporto più vicino a Bahia de Caraquez. Il 26 aprile scorso, un terremoto di magnitudo 7,8 della scala Richter ha duramente colpito l’intera regione. È stata una fortuna che il terremoto sia avvenuto il sabato sera, mentre molte persone erano in giro per la città, e non a dormire in casa o a scuola o al lavoro. La torre di controllo dell’aeroporto è crollata ed è stata posta temporaneamente una torre militare al suo posto. L’area di attesa è stata sostituita da una serie di quattro grandi tende. Una videocamera su un treppiede viene utilizzata come telecamera di sicurezza. Alcuni facchini hanno portato a mano il nostro bagaglio perché i nastri trasportatori non sono stati ancora ricostruiti.

P. Bruno Roque dos Santos, originario del Brasile, e p. Ramon Soriano Gil, uno dei tre che hanno rifondato il distretto dell’Ecuador, ci hanno accolto e guidato verso il nord lungo la costa, attraverso palme e mangrovie, fino alla zona dove i missionari dehoniani sono sbarcati nel 1897. L’Ecuador è stata la prima nazione consacrata al Sacro Cuore, e aveva un significato speciale per P. Dehon. I dehoniani ora servono in tre parrocchie ed altre nove cappelle.

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Bruno ha tre ruoli: parroco, superiore della comunità religiosa e decano del vicariato della diocesi. Normalmente è impegnato in moltissime attività, ma il lavoro di soccorso a seguito del terremoto lo ha duramente provato. La chiesa si è dimostrata una delle istituzioni più affidabili, gruppi di soccorso hanno portato aiuti e cibo direttamente nelle mani di chi ne aveva più bisogno. P. Ramon è ormai prossimo agli 80 anni, e in quasi 20 anni di camminate nei quartieri e di visite agli ammalati, lo hanno conosciuto e amato in tutta la città.

Il parcheggio della chiesa del Sagrado Corazón (Leonidas Plaza) è stato parzialmente occupato da tettoie e tende. Una dozzina di bambini stavano prendendo parte alla loro riunione di catechismo del sabato. Gli studenti delle scuole superiori si stanno preparando per la cresima, e gli studenti più giovani imparano a conoscere la Trinità. Le loro classi sono ancora in fase di riparazione. Nella chiesa sono visibili delle crepe, e non può essere utilizzata per la liturgia fino a quando non si saranno riparati i danni strutturali e il tetto non verrà sostituito con materiali più leggeri.

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Nel frattempo, la Chiesa è diventata una magazzino per i soccorsi. Dentro ho trovato sacchi di cemento e pannolini, libri da colorare e olio da cucina, letti e materassi, coperte e acqua in bottiglia.

Abbiamo attraverso in macchina la città per osservare i danni del terremoto. Alcuni isolati sono stati interamente abbattuti. Il colpo peggiore sembra essersi abbattuto sui ricchi grattacieli vicino al mare, che sono inutilizzabili, e sulle case di mattoni costruite sulle colline che si sono piegate e rovinate al suolo quando il terremoto le ha colpite. Ironicamente, molte delle case povere del paese, fatte di legno e canne, sono sopravvissute perché, non essendo rigide, hanno ondeggiato, assecondando i movimenti tellurici, piuttosto che essere distrutte. Molte strade sono state lesionate, e un lavoro importante è stata la ricostruzione di lunghi tratti dell’autostrada e, in alcuni casi, la ripavimentazione delle strade. Tende e teloni abbondano. A più di tre mesi dal terremoto, la gente vive ancora nelle strutture di accoglienza temporanee. Molti residenti si sono trasferiti in altre parti del paese lontano dalla distruzione. L’economia era già in grave difficoltà e la distruzione ha aggravato ulteriormente i problemi. Lo stipendio medio dei lavoratori è circa $ 325 al mese, e l’assicurazione della casa non è mai stata possibile.

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Su una collina che domina la città si erge una grande croce, come segno di fede e di speranza. La vista panoramica è allo stesso tempo bella e triste, perché ci ha offerto una quadro generale di tutti i danni. La cappella “Bella Vista” è crollata ed è stata completamente demolita. Abbiamo visitato una mensa e visto molti bambini in età prescolare mangiare a pranzo. I pasti, spesso in scatola, sono gli stessi adottati anche per le case per anziani.

Abbiamo visto una scuola superiore, totalmente inutilizzabile. Solo un sacco vuoto è rimasto in un’altra scuola già abbattuta. Quando la scuola ricomincerà, tra pochi mesi, dove andranno gli studenti a seguire le lezioni?

La piazza di fronte alla Chiesa della Madonna della Misericordia è occupata da una tendopoli. Abbiamo superato file di tende in tutta la periferia della città.

Alla chiesa di San Jorge abbiamo visto come il campanile si sia staccato dall’edificio principale. Lo stabile adibito ad uffici e sala riunioni si è notevolmente inclinato. Il pavimento si è scollato di 20 cm dal piano principale. Il disastro ha causato spostamenti e disagi per gli incontri dei gruppi e dei programmi parrocchiali.

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I Sacerdoti del Sacro Cuore hanno cercato di aiutare per quanto possibile. Nell’Albergue Sagrado Corazón, è stata edificata una struttura temporanea di metallo delle dimensioni di un capannone, in modo che possa servire come rifugio. Le coperte sulla struttura in metallo aggiungono calore e protezione dal vento. La gente cucina e socializza al di fuori. Una donna anziana ha portato il suo letto fuori della casa, in modo da poter essere in mezzo alla gente fino al momento di andare a dormire. La vita è dura, ma le persone sono grate per l’aiuto ricevuto e per essere riusciti a soddisfare i propri bisogni fondamentali.

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La città risuona del rumore dei martelli pneumatici e delle ruspe. Abbiamo visitato due cantieri di ricostruzione di abitazioni. I dehoniani hanno contribuito a costruire 17 case, edificate sopra piloni di cemento e collegate all’acqua e alla fogna. Costano 3000 $ ciascuna. In un altro cantiere abbiamo visto dei lavoratori preparare delle pareti pronte per essere montate per case prefabbricate. Queste costano 8000 $. A causa dei terremoti del passato in Cile e Perù, i costruttori hanno imparato a costruire in modo rapido ed economico.

Nella chiesa di Santa Rosa da Lima, vicina a San Vicente, siamo stati invitati ad unirci ad un gruppo di preghiera delle scuole superiori per volontari che si preparano ad intervenire in una delle parti più danneggiate della regione. Quando abbiamo formato un cerchio, con le braccia intrecciate sopra le spalle, ho sentito nascere in molti cuori le richieste e le esigenze per la loro comunità.

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P. Jonathan Martínez Gragera proviene dalla Spagna ed è a Bahia da sei anni. Il terremoto è venuto dopo la siccità avvenuta nell’anno precedente, una doppia difficoltà per le persone del posto. La sfida pastorale più grande è quella di essere un orecchio che ascolta, e allo stesso tempo sostenere le persone che si scoraggiano e sono tentate di perdere la speranza. Dopo più di tre mesi, tanto ancora resta da fare. La sfida è essere pastore, attento alle questioni sociali, e orecchio attento alle esigenze delle tante persone traumatizzate.

Ho visto Jonathan contare la colletta del fine settimana. In mezzo a un mucchio di monete, ho visto due biglietti da 5 dollari. Lo stipendio medio qui è di circa 75 $ a settimana, e la raccolta ha fruttato 125 $. L’Ecuador utilizza i dollari USA come valuta corrente. I dollari Sacajawea, che non sono accettati in negli Stati Uniti, vengono fatti circolare comunemente.

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Carlos Alonzo Vargas, del Venezuela, è stato diacono per oltre un anno. Ha iniziato a lavorare in Ecuador nel mese di marzo, appena un mese prima del terremoto che ha cambiato tutto. Affianca nel ministero parrocchiale, il lavoro nel vicino carcere.

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