23 ottobre 2017
23 ott 2017

Maestri dei postulati e dei novizi davanti le sfide

di  Radoslaw Warenda, scj

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Per cinque giorni sono riuniti presso la Casa Generalizia i maestri dei postulati e dei novizi della Congregazione Dehoniana. Il lavoro ha lo scopo di riflettere sulla realtà dei formatori e dei candidati. Punto di partenza del confronto sarà l’esperienza dei diversi partecipanti, la nuova Ratio Formationis Generalis e le linee guida del Consiglio Generale. Si pensa alla futura collaborazione tra le entità delle stesse aree geografiche.

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La prima giornata ha visto i trenta convenuti condividere le gioie, le difficoltà, le sfide e le aspettative del loro importante servizio. Dal confronto sono emerse soprattutto note positive, ma non si sono nascoste le difficoltà di un cambio culturale profondo in tutti i contesti nei quali operiamo.

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Il lavoro dei gruppi non si è limitato a censire il numero dei candidati, si è posta attenzione alle risorse umane e materiali, alla maturità dei candidati, senza dimenticare le situazioni politiche. Si è pure verificata la possibilità di studiare la realizzazione di uno stile comune nella gestione dei tempi di postulato e noviziato. In particolare si è riflettuto sull’opportunità di vivere il tempo del noviziato prima o dopo lo studio della filosofia, evidenziando vantaggi o svantaggi di una scelta piuttosto che un’altra. Si è convenuto che il sistema deve essere adeguato alle situazioni dei diversi paesi. Sembra difficile un cammino uniforme per tutta la Congregazione, è necessario prendere in considerazione le diverse situazioni dei singoli paesi, e i cammini dei candidati.

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Tutto questo ha incidenza sull’internazionalità e l’interculturalità. La prima è molto importante per noi dehoniani, ha bisogno però di esperienze più stabili per maturare questo aspetto vivo nella chiesa e anche nel contesto civile. Mentre l’interculturalità sembra viva e deve essere condivisa fin dall’inizio della formazione. In tal senso illuminanti sono state le parole che p. Leopold Mfouakouet ha rivolto nell’omelia: “Un’anima preoccupata solo ad avere a disposizione molti beni perde di vista la qualità della vita. Quest’ultima ha bisogno non dell’impazienza dell’avere, ma della pazienza dell’essere”.

Nei prossimi giorni i partecipanti rifletteranno sulle opportunità che offrono i movimenti migratori, le vocazioni adulte, la vocazione di fratello e il Sinodo dei vescovi su: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

 

 

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