Anniversario della beatificazione
Il 20° anniversario della beatificazione
Celebriamo il 20° anniversario della beatificazione del religioso dehoniano Giovanni Maria della Croce. Beatificato da Papa Giovanni Paolo II l’11 marzo 2001 a Roma, insieme a 232 martiri spagnoli, per aver dato la sua vita per Gesù Cristo.
Ricordiamo P. Giovanni Maria della Croce, protettore delle vocazioni dehoniane, instancabile cercatore della volontà di Dio che non ha rinunciato alle sue convinzioni più profonde.
La sua vita e la sua morte sono per tutti un esempio da seguire.
Cenni biografici sul Beato Giovanni Maria della Croce
Il Beato Giovanni Maria della Croce (al secolo Mariano García Mendez) nacque a San Esteban de los Patos (Ávila) il 25 settembre 1891. Fu battezzato il 27 settembre e, dopo due anni, cresimato il 13 aprile 1893. Primo di ben quindici figli, ricevette dai genitori un’ottima formazione religiosa e all’età di 10 anni cominciò a sentire un forte desiderio di avviarsi al sacerdozio. Fu accettato come alunno esterno del seminario di Ávila (1903-1907). Iniziò i corsi filosofici e teologici che finì nel 1916, con eccellenti voti, lasciando un ricordo di condotta esemplare tra i compagni. In questo periodo fece una breve esperienza con i domenicani di Ávila nel 1913.
Venne ordinato sacerdote il 18 marzo 1916. Le sue prime parrocchie furono quelle di Hernansancho e San Juan de la Encinilla, dove si mostrò molto amante del suo ministero pastorale e della penitenza. Fece un altro tentativo di vita religiosa con i Carmelitani Scalzi a Vizcaya che dovette, però, abbandonare di nuovo per mancanza di salute. Ritornato ad Ávila, gli furono assegnate altre parrocchie; ma nei suoi viaggi a Madrid conobbe i religiosi “Reparadores” o “Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù”, che sarebbe stata finalmente la sua congregazione definitiva. Infatti, tra loro fa il Noviziato ed emette la sua prima professione il 31 ottobre 1926 a Novelda (Alicante) e nell’anno seguente viene incaricato della Scuola Apostolica di Puente la Reina (Navarra). Egli cercava una vita contemplativa, ma i superiori gli affidarono diversi impegni apostolici, secondo le necessità dell’incipiente congregazione. I testi fanno notare il suo spirito di sacrificio e di obbedienza in tutti i lavori che svolgeva. Pian piano si sviluppò in lui il desiderio del martirio all’udire i martiri che morivano in Cina in quegli anni.
Con il sopraggiungere dei tristi eventi della persecuzione religiosa in Spagna, si spostò a Valencia, dove fu incarcerato il 23 luglio per aver protestato davanti all’incendio della famosa chiesa dei “Santos Juanes”. Durante la detenzione si comportò sempre con tranquillità, pronto ad adempiere la volontà divina fino all’estremo sacrificio, cercando di compiere tutte le pratiche di pietà previste dall’orario giornaliero della vita di comunità, come era segnato in una piccola agenda che sempre portava con sé. Ogni qualvolta un compagno di carcere veniva ucciso, egli rinnovava il suo impegno a dare tutto al Cristo, considerando il martirio la più straordinaria delle grazie che potesse capitargli.
E il suo momento di grazia sopravvenne la sera del 23 agosto 1936, allorquando, prelevato dalla cella, uscì gioioso e saltando di gioia. Venne ucciso nella notte ai piedi d’un olivo nel podere “El Sario” (Silla, Valencia); fu sepolto in una tomba comune del cimitero, insieme ad altri che subirono la sua stessa sorte. Alcune persone lo videro sul luogo dell’esecuzione e nel momento in cui fu sepolto.
Soltanto più tardi, il 28 marzo 1940, si poté fare la riesumazione e il trasferimento delle spoglie mortali a Puente la Reina: sul suo corpo fu rinvenuta la croce della professione, lo scapolare e un’agenda tascabile intrisa di sangue. Le sue spoglie mortali riposano a Puente la Reina, presso la chiesa “El Crucifijo”.