Nella Domenica del 29 ottobre 2016, nella parrocchia di san Pio X a Ngoya, nove confratelli dehoniani hanno fatto la professione perpetua. Tra di loro due confratelli della Provincia del Congo (Evariste Paluku, Modeste Amalebondra), due dal Distretto di India (Antony Prattipati e José Sharmin) e altri cinque della Provincia camerunense (Parfait Mongo, Prosper Nyuydze, Guilain Armel Djatche, Valentin Ditamou e Emile Hatouna).
Le grandi distanze da percorre non hanno scoraggiato i loro amici e familiari a venire ed essere presenti alla cerimonia. L’internazionalità della nostra Congregazione era visibile non soltanto grazie alla presenza di due dei nostri scolastici di India, ma anche dei due padri (McQueen Winston e Jojappa Chinthapalli) presenti per esprimere la vicinanza e supporto di tutti i confratelli indiani. Le loro facce esprimevano tutta la gioia per essere venuti ad appoggiare i confratelli Indiani. Una grande espressione di gioia era presente sul viso di ogni confratello, per colui che ha detto il suo ‘si ‘ al Signore per tutta la sua vita, offrendo se stesso.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Superiore Provinciale, P. Jean- Marie Signé, sotto la pioggia. Dopo il vangelo, i nuovi confratelli hanno dichiarato la loro volontà di dedicare se stessi al Signore per tutta la vita davanti al Superiore Provinciale. Il celebrante principale, nella sua omelia, ha sottolineato il significato e l’importanza dei voti religiosi. Ognuno di noi, è stato consacrato al Signore con il battesimo, ma attraverso la professione religiosa, si fa una nuova consacrazione per mezzo della quale i religiosi si mettono a disposizione del Signore. Chi fa la professione dei voti è simile ai due discepoli di Giovanni che lo hanno ascoltato e seguito per scoprire la sua residenza. Essi dalla prima professione finora stanno facendo questa scoperta ed hanno deciso di abbandonare tutto per vivere con lui.
Fare la professione dei consigli evangelici in un mondo che ha sete di piacere, potere e possesso, può sembra una tendenza contro l’attuale cultura dominante. Ma attraverso il voto della castità, i religiosi desiderano soddisfare Dio. Attraverso la povertà, esprimono la loro appartenenza a una diversa realtà, liberando se stessi dai beni temporali. Mettono, quindi, tutta la vita nelle mani del Signore, per ricevere la missione che il Egli intende affidargli per mezzo dei superiori.
Infine, i nostri confratelli hanno espresso la loro gratitudine verso coloro che li hanno appoggiati nel percorso della vita religiosa, considerata come ‘una pazzia’. Se essa fosse una pazzia, sarebbe considerata come ‘una pazzia gioiosa’. È una pazzia grazie alla quale sono entrati a far parte del servizio al Regno di Dio, a cui dovranno essere fedeli. P. McQueen Winston SCJ [maestro del distretto Indiano] ha suggerito ai nuovi professi ‘Si può essere fedeli soltanto quando si è riconoscenti’.
Dopo la santa messa, sono state scattate le foto di rito per ricordare l’avvenimento. Il programma è stato organizzato in maniera esperta, come sempre, dalla comunità della ‘Maison Jean Dehon’. C’è stato un momento di condivisione in amicizia e fraternità per dare sostegno ai confratelli prima della partenza verso le loro destinazioni.