10 marzo 2022
10 mar 2022

Configurare la quotidianità

Lettera per il 14 marzo, anniversario della nascita di P. Leone Dehon


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Ai membri della Congregazione
A tutti i membri della Famiglia Dehoniana

Gli eventi che si sono svolti nella Casa Generalizia SCJ nello scorso mese di febbraio hanno anticipato, in un certo senso, la celebrazione della nascita di P. Léon Dehon. Il primo di tali eventi è stata la tanto attesa IX Conferenza generale, nel corso della quale si è preso in esame l’attuale situazione riguardo al nostro impegno sociale come espressione della nostra fede e del carisma che condividiamo.

Un frutto significativo di questo incontro è il suo Messaggio finale. Desideriamo, quindi, approfittare ora di questo anniversario di P. Dehon per far giungere tale messaggio a voi, in modo tale che nelle varie comunità, famiglie, gruppi e apostolato venga mantenuta aperta la riflessione, e vivo l’impegno, con l’ispirazione carismatica che Dio ci ha affidato attraverso il nostro Venerabile Fondatore.

Il secondo evento è stato l’Assemblea dei Superiori della Congregazione. Sono stati giorni di ascolto e di dialogo, condividendo le inquietudini e le speranze. L’inizio dell’incontro è stato segnato dal grato ricordo a Dio, alla Chiesa e a quanti hanno contribuito, con la loro dedizione, all’approvazione definitiva delle attuali Costituzioni SCJ (1982). A questo proposito vogliamo ricordare ciò che P. Dehon scrisse quando fu approvata l’ultima edizione di quelle che lui fu a conoscenza (1924):

«Non basta, quindi, leggere superficialmente le nostre Costituzioni, prezioso Codice dei nostri doveri religiosi, ma dobbiamo leggerle e rileggerle senza posa, dobbiamo studiarle con interesse, per conoscere tutte le prescrizioni, compenetrarci del loro spirito e fare di esse la regola della nostra vita».[1]

Le nostre Costituzioni, infatti, vogliono esprimere la comprensione dehoniana del Vangelo. Per questo, partendo da esse, vogliamo continuare a configurare la quotidianità della nostra vita fraterna e apostolica in risposta alla chiamata di Dio a servirlo in ogni momento, volto e luogo.

Il ricordo nella gratitudine a Dio per la vita e l’opera di P. Dehon possa essere anche una supplica a favore delle nuove vocazioni alla vita religiosa SCJ e di altre espressioni dehoniane di generosa disponibilità a servizio del Vangelo, fonte di pace e carità. Così l’hanno capito i religiosi SCJ e i membri della Famiglia Dehoniana che, in mezzo a situazioni di conflitto, come quelle odierne in Ucraina e altrove, non cessano di esprimere con la loro presenza la vicinanza e la tenerezza di Dio che sgorgano incessantemente dal Cuore del Salvatore:

«Il divin Cuore di Gesù è solo pace e carità. Attingiamo tutti, popolo e fedeli, a questa fonte mistica che Nostro Signore vuole aprire più ampiamente alle nostre anime, in questi nostri tempi tanto inquieti e agitati. “Venite a me, dice Nostro Signore, tutti i lavoratori, le anime sofferenti, le nazioni provate…”. Eccoci qui, Signore, ai tuoi piedi, umili, fiduciosi e devoti. Benedici noi tutti, come hai benedetto tutti coloro che soffrivano in Palestina, e mandaci dal tuo Cuore ardenti raggi di pace, gioia e carità».[2]

Fraternamente, in Corde Iesu

P. Carlos Luis Suárez Codorniú, scj
Superiore generale
e suo Consiglio


[1] « Il ne suffit donc pas de lire superficiellement nos Constitutions, ce précieux Code de nos obligations religieuses, mais nous devons les lire et relire sans cesse, nous devons les étudier avec soin, afin d’en connaître à fond toutes les prescriptions, de nous pénétrer de leur esprit et d’en faire la direction de notre vie ». (P. Dehon, Promulgation des Constitutions, 10 mai 1924, LCC 66103/2).

[2] « Le divin Cœur de Jésus n’est que paix et charité. Puisons tous, peuples et fidèles, à cette source mystique que Notre Seigneur veut ouvrir plus largement à nos âmes, à notre époque si inquiète et si agitée. “Venez tous à moi, nous dit Notre Seigneur, les travailleurs, les âmes souffrantes, les nations éprouvées…”. Nous voici, Seigneur, nous voici à vos pieds, humbles, confiants et dévoués. Bénissez-nous comme vous bénissiez tous ceux qui souffraient en Palestine, et faites descendre de votre Cœur de chauds rayons de paix, de joie et de charité ». (P. Dehon, Bénédiction de la première pierre à Rome, 18 mai 1920, DIS 9050117/4).


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