10 ottobre 2024
10 ott 2024

Congo-Kivu: una voce che grida

Proveniente da Minova, territorio di Kalehe, nella provincia del Sud Kivu, un’imbarcazione denominata MV MERDI si è rovesciata nelle acque del lago Kivu giovedì 3 ottobre intorno alle 11 del mattino.

di  Furaha Apipawe
Settimananews

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Proveniente da Minova, territorio di Kalehe, nella provincia del Sud Kivu, un’imbarcazione denominata MV MERDI si è rovesciata nelle acque del lago Kivu giovedì 3 ottobre intorno alle 11 del mattino.

Secondo un messaggio del governatore della provincia del Nord Kivu, l’imbarcazione si trovava a circa 700 metri dalla banchina del porto di Kituku, nel distretto di Kyeshero a Goma. Trasportava persone, soprattutto donne, dirette a Goma per rifornire la città di cibo e merci varie da vendere al mercato di Kituku.

Prendendo la barca perché la strada era invasa dai terroristi, questi passeggeri si sono trovati di fronte a un naufragio che ha causato perdite di vite umane e danni materiali, con un bilancio provvisorio di 23 morti, 58 sopravvissuti ricoverati nelle strutture sanitarie della città di Goma, persone disperse e diverse merci annegate sotto le acque del lago. Una tragedia.

Queste donne muoiono per cercare il benessere delle loro famiglie e dei loro figli, lasciandoli orfani in una zona dove l’insicurezza è diventata una realtà quotidiana per la popolazione. Dovremmo interrompere questa attività per un po’ di tempo, fino a quando tutto tornerà alla normalità?

Se così fosse, che ne sarebbe di tutte le famiglie che vivono di questo commercio? E la gente di Goma non stava forse morendo di fame per la mancanza di cibo? Perché le nostre autorità devono rimanere calme e inattive di fronte a queste situazioni?

La popolazione del Kivu ha sofferto tanto e non sa più a quale santo rivolgersi. Tutto ciò che possono fare è tirare avanti sotto lo sguardo impotente di chi è al potere. Che altro dire?

È giunto il momento che le nostre autorità agiscano, trovino soluzioni durature ai problemi che stanno travolgendo la popolazione, si assumano tutte le loro responsabilità per porre fine a questo calvario che la popolazione, da tempo sofferente, sta vivendo. Ogni autorità deve mettere in atto strategie e sviluppare misure che le consentano di contribuire alla pacificazione del Kivu.

La situazione odierna richiede un’azione rapida da parte del governo. È necessario effettuare controlli rigorosi su tutte le imbarcazioni e le altre attrezzature nei vari porti prima che vengano utilizzate nelle acque del lago Kivu, per assicurarsi che tutto sia in ordine prima di qualsiasi imbarco e per rispettare il peso che ogni imbarcazione deve sopportare e avere attrezzature di salvataggio… Altrimenti, le vite continueranno ad essere sacrificate nell’irresponsabile negligenza del nostro governo.

Tutte le strade devono essere liberate dalle mani dei ribelli, in modo che le attività possano riprendere a utilizzare la strada che costeggia il lago, per evitare un arresto totale della circolazione di persone e merci tra le due province del Nord e del Sud Kivu. Queste diverse misure sarebbero un sollievo per queste persone disperate.

  • In collaborazione con la rivista africana Je écris, Je crie (qui il numero di ottobre).

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