P. John van den Hengel scj e P. Charles Brown scj, del continente nordamericano (NA), aprono la giornata di oggi del seminario con le loro analisi. “Le persone in NA vivono la devozione personalmente in termini di enfatizzare il rapporto personale con Dio. È difficile creare una devozione vissuta nella comprensione comunitaria”, dice P. John. Vi è contrasto tra devozione – che è di natura più spirituale – e la religione. Questo contrasto può essere visto anche nella costruzione socio-politica negli Stati Uniti dove le religioni e lo Stato sono separati. Questo tipo di separazione può essere al tempo stesso una benedizione e una maledizione: le persone sono libere di esercitare la loro fede, e nel frattempo le religioni stesse possono essere più radicali e le devozioni sono semplicemente una prassi cieca.
In questo sfondo sociale della polarizzazione e della secolarizzazione, i Dehoniani nel continente NA sanno che sono chiamati a offrire una nuova comprensione della devozione al Sacro Cuore: devozione che è radicata nella prospettiva trinitaria, inquadrata dal Vangelo e focalizzata sull’esperienza della Croce e della resurrezione. È per questo che la strada giusta verso un’identità inculturata Dehoniana è attraverso lo studio, la contemplazione e la pratica dell’agape – l’Amore di Dio. Questo approccio non è un’antropologia “Europa-centrica”, ma un nuovo modo estetico in cui le devozioni vengono vissute come «un vivere l’eccedenza dell’amore».
P. Stefano Zamboni scj e P. Fernando Garrapucho scj continuano la seconda sessione presentando la loro sintesi teologica. Cercano di trovare il legame tra la devozione e il devoto. La devozione punta sulla formazione della vita interiore e la fede personale. Il devoto deve essere ben consapevole di questo valore e per questo motivo la devozione non è in un primo momento una dinamica intellettuale, ma una pratica che viene vissuta. Le devozioni in Europa hanno una lunga storia e un contesto che ha bisogno dell’aiuto dell’ermeneutica per cercare la continuità o la discontinuità dei significati nel perseguimento della nostra identità.
“Abbiamo trovato la nostra identità nella vita di p. Dehon mentre le tradizioni della nostra Congregazione possono differire dalla tradizione di p. Dehon stesso”, afferma p. Stefano. Abbiamo bisogno di fare chiarezza riguardo gli elementi delle nostre devozioni rafforzando il nostro discernimento e il dialogo al giorno d’oggi.
Nella terza sessione, i membri del Centro Studi Dehoniani (CSD), P. Juan José Arnaiz scj e P. Stefan Tertunte scj, presentano le loro analisi in tre fasi: (1) la devozione di p. Dehon, (2) la devozione della Congregazione, e (3) la devozione dei Dehoniani.
P. Juanjo racconta che “la vita devozionale di P. Dehon si trova nei suoi scritti e nella sua personalità. Egli ha usato molte espressioni devozionali (non necessariamente teologiche) per vivere e comprendere la spiritualità del Sacro Cuore”. P. Juanjo aggiunge che fin dall’inizio la nostra Congregazione ha dedicato particolare attenzione alla devozione del Sacro Cuore di Gesù. Possiamo riflettere se questa devozione sia la devozione fondamentale della nostra attuale Congregazione. Gli elementi attuali della devozione nella nostra Congregazione che danno forma alla nostra identità sono: l’oblazione, l’adorazione eucaristica e le preghiere mariane.
La vita devozionale si svolge nel carattere cristologico ed ecclesiologico, così come nella reale missione della nostra vocazione. La devozione è un’esperienza di incontro personale con Cristo, che si realizza anche nei valori umani, spirituali e morali.
Il raduno termina con un’adorazione guidata da p. Andreas Madya scj e dopo cena, tutti i partecipanti vanno al Tempio di Prambanan, un patrimonio Indù, per assistere allo spettacolo del Ramayana Ballet.