12 aprile 2016
12 apr 2016

Il pensiero apocalittico della fine del XIX secolo

di  Rinaldo Paganelli

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In Svizzera nei giorni 8-9 aprile si è tenuto un convegno organizzato dalla “Rivista Svizzera di storia religiosa e culturale”. I lavori si sono svolti nel pomeriggio di venerdì 8 aprile presso la facoltà teologica dell’università di Friburgo, e l’intera giornata del sabato all’università di Lucerna. Circa settanta i partecipanti, per lo più docenti, in rappresentanza di diversi contesti europei, legati alla riflessione e alle ricerche storiche. Il tema del confronto si è condensato sul “Pensiero apocalittico nel secolo XIX”. Dentro questa tematica è apparso il pensiero di p. Dehon con il contributo di p. John van Den Hengel che è intervenuto riflettendo su “La crisi dell’epoca moderna: Leone Dehon e la dominazione sociale del Sacro Cuore di Gesù”.

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La dottrina sociale alternativa al capitalismo

P. John ha evidenziato come dopo la rivoluzione francese e il successo dei movimenti repubblicani, lo spazio politico per i cattolici risultava limitato. In questo contesto si può identificare una tendenza crescente dei cattolici verso un’interpretazione apocalittica della loro epoca. In particolare negli scritti realizzati tra il 1889 e il 1903, Dehon promosse una lettura sociale e apocalittica della devozione al Sacro Cuore come alternativa a un’interpretazione repubblicana e secolare basata sulla rivoluzione francese e sulla dichiarazione dei diritti dell’uomo. Nella ricerca di un momento di redenzione, Leone Dehon vede nella dottrina sociale una via per superare l’economia capitalistica industriale, causa della grande miseria dei lavoratori. Il Sacro Cuore e l’ispirazione alla dottrina sociale rappresentavano una critica alla politica della terza Repubblica e un’alternativa basata su un’azione concreta, sociale e religiosamente motivata, in linea con l’enciclica sociale Rerum Novarum (1891).

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La forza anticlericale

Il prof. David Neuhold affrontando: “Rivelazione e credulità. Occhiate sul cosiddetto caso Taxil 1885-1897”, ha mostrato come accanto alla devozione al Sacro Cuore, alla fine del XIX secolo anche il movimento contro la massoneria di Leone XIII, in particolare con l’enciclica Humanum Genus (1884), portò nel cattolicesimo toni accesi e apocalittici. Questa visione del mondo, con le sue rivelazioni proponeva un credo facile e acritico, e portò alla luce l’affare Taxil (1885-1897). Questo fatto, basto su teorie del complotto, costituisce una premessa alle polemiche sul modernismo, come anche un appello all’anticlericalismo delegittimante di questo tempo.

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Gli ulteriori interventi hanno mostrato come sia difficile definire il termine “Apocalisse”. La realtà secolare accentua la dimensione della fine, il contesto religioso ne evidenzia un passaggio verso una fine che non è ingloriosa. In un caso come nell’altro si assiste a modalità parziali di leggere la realtà. Il convegno ha aperto senza dubbio un campo di riflessione ricco di conseguenze, non ultima la possibilità di vedere in ogni modalità di lettura germi di verità, ma anche ambiti di confusione e di polemiche non motivate. Il convegno è stata una importate occasione per far entrare in un circuito ampio la riflessione intorno a p. Dehon.

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