30 agosto 2022
30 ago 2022

Il tema del sinodo in Settimananews

Il cammino sinodale, visto da Settimananews, rivista online edita dai dehoniani in Italia.

di  Lorenzo Prezzi, scj

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Per preparare queste note ho scorso i titoli che il sito Settimananews.it, appartenente alla provincia italiana settentrionale, ha dedicato al sinodo. Sono oltre un centinaio e vanno da testimonianze dirette in sinodi locali a riflessioni teologiche sulla sinodalità a indirizzi orientativi da parte del magistero, sia papale che episcopale. Raccolgo alcune impressioni.

Sinodo nazionale e universale

Per noi, cattolici italiani, vi è un doppio sinodo: quello nazionale (2020 – 2025) e quello universale (2020 – 2023). I due percorsi in parte si sovrappongono in parte divergono creando talora nelle diocesi una gestione non facile dei due percorsi. È chiaro che il sinodo italiano si gioverà dei risultati del sinodo universale. La post-sinodale di quest’ultimo sarà un riferimento anche per le conclusioni del sinodo nazionale.

È la prima volta che si celebra un sinodo nazionale in Italia. Ma una traccia sinodale importante è quella segnata dei convegni nazionali che sono stati celebrati ogni decennio a partire dal 1976. L’ultimo è quello di Firenze del 2016. Sono state esperienze importanti perché hanno abituato le diocesi a lavorare assieme e a verificare i progetti pastorali decennali che i vescovi hanno via via promosso. Ma, a parte il primo, celebrato a Roma nel 1976, il ruolo del laicato non è stato particolarmente importante. L’intera concezione e gestione ha portato il segno del clero e dei vescovi. Ben poco quello dei laici.

Diffondere e raccontare il sinodo

Per questo l’idea lanciata da papa Francesco all’ultimo dei convegni nazionali (Firenze 2016) ha sorpreso molti e ha stentato a prendere il volo. Settimananews ha subito apprezzato l’invito del papa e si è impegnata a diffondere e raccontare i primi passi. La pandemia ha molto rallentato la possibilità di incontro e una certa resistenza ha fatto il resto.

Più che enumerare i problemi, per altro numerosi, del cattolicesimo in Italia si è cercato di rendere evidente il processo sinodale come forma propria della vita della Chiesa. Più che celebrare un evento si tratta di sperimentare una forma di vissuto ecclesiale in cui l’invocazione dello Spirito, l’ascolto reciproco, il confronto rispettose e la responsabilità decisionale si fondano assieme. La sinodalità è assai più importante degli eventuali documenti.

I quattro cantieri e molti altri temi

Dopo il primo anno dedicato all’ascolto reciproco, che ha coinvolto 206 del 226 diocesi del paese, 40.000 appuntamenti e circa mezzo milione di presenze ci attende un secondo anno di ascolto reciproco, focalizzato su quattro “cantieri”: la collaborazione interna fra laici e preti; l’ascolto dei “mondo” marginali o silenziosi come i poveri, i giovani, le donne, le professioni ecc.; il tema delle strutture ecclesiali che sono ormai un vestito troppo grande per le nostre comunità cristiane; infine un “cantiere” libero, offerto alla scelta di ciascuna diocesi.

Ci saranno molti temi da affrontare come la catechesi, l’educazione, la formazione alla politica, il ruolo delle donne, la centralità della Parola, gli abusi degli ecclesiastici, la formazione del clero ecc. Ma la sfida maggiore sembra essere non tanto di aggiornare la Chiesa ma di reinventarla. Il sinodo non può essere un semplice adeguamento ad un maggior dialogo nella Chiesa, ma la reinvenzione della pratica e del vissuto di fede in connessione con i cambiamenti radicali che la storia impone a tutti.

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