La visita del Superiore Generale alla Provincia Congolese
Dal 18 al 27 dicembre 2023, Padre Carlos Luis Suarez, Superiore Generale, ha visitato la Provincia congolese accompagnato da Padre Charles Aimé Koudjou, Consigliere Generale.
La visita di dieci giorni del Superiore generale dei dehoniani nella Repubblica Democratica del Congo è stata la continuazione del suo primo viaggio dal 25 novembre al 27 dicembre 2022. Si è trattato quindi di una visita in due tappe che ha permesso al Superiore generale di visitare tutte le comunità e le opere della nostra Provincia.
Va detto subito che il 25 novembre 2022, per la prima volta, il Superiore generale ha messo piede sul suolo congolese dopo la sua elezione a guida della Congregazione. Questa visita tanto attesa è arrivata al momento giusto ed è stata altamente simbolica.
Arrivando alla fine dell’anno giubilare che segnava i 125 anni della missione evangelizzatrice dehoniana in Congo, e soprattutto alla vigilia della celebrazione dei martiri dehoniani, la prima visita del Superiore generale ha seguito le orme dei primi missionari dehoniani in Congo e può essere vista come una garanzia dell’attenzione della Congregazione alla storia d’amore che ci lega a questa terra di missione.
È anche curioso notare che i due viaggi del Superiore Generale in Congo si sono svolti tra l’Avvento e il Natale. La scelta del periodo forse non è stata intenzionale. Tuttavia, dal punto di vista della fede, possiamo vedere in questa visita un invito alla speranza e alla fede in Gesù Cristo, che è l’unico salvatore e signore della barca (Mt 8,23-27), in mezzo a tante tempeste che oggi scuotono sia la Provincia che la società congolese.
È in queste parole che si può riassumere il messaggio del Superiore Generale alla famiglia dehoniana e ai fedeli cristiani che ha incontrato durante questa doppia visita: fede e speranza in Gesù. Il Superiore Generale ha fatto risuonare questo messaggio alla famiglia dehoniana di tutto il mondo nella sua lettera di Natale per il 2022, scritta mentre sedeva su una piroga sul fiume Congo recandosi verso la missione di Basoko: «Yezu tu», secondo le parole della Beata Marie-Clémentine Anuarite, una martire che è stata il frutto dell’evangelizzazione dehoniana nella RDC.
È senza dubbio con questa stessa fede e speranza in «Gesù solo» che mons. Gabriel Grison, il primo missionario dehoniano in Congo, ha gettato le basi di questa grande missione dalle innumerevoli sfide, quando ha scelto la vigilia di Natale del 1897 per celebrare la prima Eucaristia in questa regione.
In effetti, la missione in Congo rimane una delle più difficili della Congregazione dehoniana in termini di sfide pastorali. L’estrema povertà della popolazione, le ripetute guerre, il crescente numero di sfollati interni, l’abbandono dei bambini per strada, la mancanza di accesso a un’adeguata assistenza sanitaria, il declino del livello di istruzione, la corruzione, la disoccupazione, la mancanza di infrastrutture stradali, il sincretismo religioso… sono tutte preoccupazioni che non solo invitano alla fede e alla speranza in Gesù, ma richiedono anche una presenza permanente del carisma dehoniano in questa società.
Il Superiore generale ha sentito lui stesso questa necessità e, da buon missionario, non ha esitato a condividere la vita quotidiana del popolo congolese. Con pazienza ha partecipato a lunghe celebrazioni liturgiche al ritmo delle danze congolesi, ha condiviso con gioia i piatti locali e ha affrontato con coraggio strade aspre per raggiungere i confratelli che lavorano in zone difficili da raggiungere.
Attraverso questa visita, il Superiore generale ha dimostrato che questo contesto pastorale della Provincia congolese, lungi dallo scoraggiarci, dovrebbe essere fonte di motivazione per ogni dehoniano, perché è il campo ideale per l’espressione del nostro carisma.
Così, questa visita del Superiore generale nel contesto dell’anno giubilare dei 125 anni di evangelizzazione dehoniana in Congo, ha assunto una dimensione simbolica: più che una semplice visita canonica, possiamo vedervi la celebrazione di un incontro storico e fruttuoso tra un popolo e i suoi missionari, e anche l’espressione della gratitudine di tutta la Congregazione verso una terra che ha accolto i suoi missionari nella diversità dei loro Paesi d’origine.