Con l’attenzione stimolante a quello che condiziona la vita del dehoniano, il p. Generale ha guidato la mattinata di riflessione in occasione della festa del Sacro Cuore. La riflessione si è condensata attorno a tre tentazioni che hanno forza devastante nella vita. Il tema si fa serio quando si vivono attenzioni non sempre corrette, in particolare:
– Quando penso di essere importante
– Quando vorrei essere amato da tutti come una star
– Quando vorrei controllare altre persone.
Cristo Gesù non è stato esente da questa dimensione di negatività. Ha avuto le sue tentazioni all’inizio della vita pubblica (Mt 4,1-10), e l’ha chiusa tentato. Benedetto XVI nel libro “Gesù di Nazareth” definisce le tentazioni di Cristo, le tentazioni del sacerdote perché vive in persona Christi. Dentro questa panoramica si è messo in luce come l’esperienza chiave di Gesù, prima di presentarsi come persona pubblica è stato il battesimo nel Giordano. A partire da quell’appuntamento c’è stata una piattaforma che ha permesso a Cristo Gesù di vincere le sue tentazioni: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Mt 3,17).
La finalità delle tentazioni è quella di far perdere l’identità, vogliono farci credere che noi siamo un altro. Gesù resiste dicendo no, perché sente le parole del Padre che dice “io ti amo, tu sei mio Figlio”. Non devi fare cose per essere amato, perché tu sei già amato. Lo stesso deve essere accolto e vissuto dal dehoniano.
Pur nelle inevitabili fatiche, il p. Generale, si augura nella Chiesa la presenza di persone con responsabilità, gente che prega, che sia vulnerabile e non abbia paura delle ferite, ma sia abitata da una fiducia senza limiti.
Il tema della ferita è entrato con forza anche nell’omelia e con immagini efficaci si è stati condotti a considerare redentivo la ferita sanguinante del Cuore di Gesù.