03 dicembre 2017
03 dic 2017

Leadership nella vita consacrata

di  Rinaldo Paganlli,scj

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Il Colloquio per i Superiori Maggiori si è concluso sabato scorso (25.11.) con la riflessione sul processo della comunicazione iniziato lo scorso anno. Tra le presentazioni offerte ai superiori vale la pena fare attenzione alla questione della leadership presentata da p. Heiner Wilmer.

Il p. generale ha affrontato il tema della leadership, ritenuto strategico nella gestione e conduzione delle comunità. Tre le attenzioni sulle quali ha incentrato la riflessione: il leader o superiore è chiamato a stabilire una relazione corretta con Dio, con sé e con l’altro.

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Sul primo aspetto ha toccato tre dimensioni fondamentali: ascolto attivo, visione, discernimento. La semplice enunciazione di questi termini rivela la ricchezza di suggestioni che ne derivano per una ricaduta positiva nella conduzione delle entità. La dimensione della concretezza non deve mai venire meno in un servizio di animazione.

Strettamente connessa con il rapporto con Dio è una giusta relazione con se stessi, fatta di cura e rispetto: “curo il mio io per arrivare ad avere cura vera dell’altro”. Non si deve trascurare nessun livello, né fisico, né psichico, né interiore. Decisivo è lo spazio di pensiero, fatto di studio e riflessione. Senza basi solide si rischia il genericismo.

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Impegno consistente è quello richiesto dagli incontri e contatti, con i confratelli, le comunità e l’entità. Il superiore non ha un compito di rappresentanza, ma nemmeno deve essere ossessivamente presente ad ogni dato o fatto. La delega è importante perché esprime fiducia. Non consiste nell’affidare un lavoro, ma nel dare la responsabilità di un campo d’azione. In questa prospettiva diventa normale vivere tutto in una logica di condivisione.

L’auspicio è che ognuno sia ottimista, aperto al futuro, perseverante, che rimanga curioso e sia persona di gioia e allegria, per accogliere l’esperienza del profeta Neemia che dice: “la gioia del Signore è la vostra forza” (Ne 8,10).

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