10 dicembre 2015
10 dic 2015

Lettera di Natale: Le tracce di Natale

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Ai Superiori Provinciali/Regionali/Distrettuali

A tutti confratelli dehoniani

 

Lettera di Natale 2015

Le tracce di Natale

 

Natale è l’offerta che Dio fa di sé, perché l’amore esalti il perdono, lo splendore della verità prevalga sugli interessi di parte. Un natale impegnativo quello che ci attende, più impegnativo, perché più urgenti e più forti sono le richieste di misericordia che partono dal nostro mondo. Nonostante tutto, nella storia risuona sempre in qualche modo la voce di Dio, che sollecita la convocazione dello Spirito, e richiama alle proprie responsabilità. Natale ci fa sperimentare il gusto di vivere e ce lo rivela attraverso le tante presenze che hanno popolato il primo natale e quelle che hanno segnato il cammino della congregazione quest’anno.

In quella notte lontana più di duemila anni “c’erano alcuni pastori che pernottavano”, essi vengono colti dall’obiettivo nell’atteggiamento dell’attesa. L’attesa di Lui e di adempimenti legali festeggiati con elementi di povertà. La loro vita scorreva verso un epilogo da troppo atteso, come un nastro magnetico che si srotola interminabile, dicendo le tante cose che vivevano. Nella Congregazione la vita ha portato a verificare e approvare gli atti dei capitoli provinciali e le variazioni ai direttori. Elementi importanti perché maturati grazie al contributo di tanti. Ogni variazione è capace di dare spessore alle attese.

Attese si sono riposte nell’evento del capitolo generale, e forse, come in quella notte, non sono mancati timori. “Un angelo del Signore si presentò… disse loro: non temete”. Nel capitolo generale la presenza dei superiori delle entità e dei delegati è stata abitata dallo Spirito. Durante il lavoro di tre settimane, profumate di impegno e di ricerca, egli è disceso sull’assemblea per additarle la missione di essere “Misericordiosi, in comunità, con i poveri. Si è eletto il nuovo p. generale, e il consiglio generale. L’inizio dell’anno è stato caratterizzato dall’attesa per l’assunzione degli adempimenti capitolari delle entità e per la nomina del nuovo governo generale. Nell’arcata sorretta da questi due azioni, una molto umana e l’altra più legata all’azione dello Spirito, cento altre attese si sono succedute e realizzate.

Segni belli, come è bello il segno centrale del natale: “Troverete un bambino”. La sua presenza ci fa capire che le riserve non si possono spegnere. Riaccende nelle nostre realtà i fervori che ci bruciano dentro quando basta il ricordo di un evento per farci trasalire di gioia: la nomina del vicario generale e dell’economo generale, i dieci anni di presenza in Angola, il cambio di tanti direttivi provinciali, dehondocs, che si è arricchito di dehondocs internacional. Eventi che hanno dato sapore alle nostre giornate, ravvivate da segnali di festa e dal nuovo che in ogni evento prende forza e dona forza.

In quella notte lontana di duemila anni “Una moltitudine dell’esercito celeste lodava Dio”. Anche noi siamo stati riempiti di luce nella nostra attesa per l’incontro che papa Francesco ha voluto regalare alla congregazione. Oltre al “quasi beato p. Dehon”, ha voluto regalarci l’impegno di essere misericordiosi: “Il Signore chiede a voi, carezze di misericordia, anche nel confessionale, siate misericordiosi”. Ci ha donato tanto il papa in quell’incontro. Se oggi sappiamo attendere cose nuove, è perché siamo stati arricchiti di speranza. Non si sono disseccate le sorgenti. È cresciuto il desiderio del nuovo e del bello, e aspettiamo tanto da quelle promesse ultraterrene che sono state firmate col sangue dal Dio dell’alleanza.

Tutti quelli che si avvicinano al presepe trovano qualcosa o qualcuno. I pastori “trovarono Maria e Giuseppe e il bambino”. Noi troviamo le tante persone della congregazione che hanno fatto un cammino. Alcune hanno raggiunto un traguardo. Con stupore ci fermiamo a guardare ai 77 novizi di questo anno, ai 31 nuovi professi agli 11 che sono diventati presbiteri.

Il Dio della misericordia ci ha fatto dono di un nuovo vescovo: Padre José Ornelas Carvalho. Dopo pochi giorni dalla chiusura del capitolo generale e del suo mandato come superiore generale è stato nominato vescovo in Portogallo nella diocesi di Setúbal. Nel saluto a quella chiesa ricordava che il papa incontrandolo, di fronte alle difficoltà che poneva per accettare questo nuovo servizio, gli disse: “Non ti impongo, ma ti prego vai come vescovo a Setúbal… vai come missionario … l’Europa ha bisogno di riscoprire la sua dimensione missionaria”. Diciamo, inoltre, grazie al Signore per i trentasette confratelli che hanno concluso il loro cammino e servizio per la venuta del regno di Dio.

Quando le cose che si vivono sono intense e belle non si possono nascondere. La gente del presepe e i pastori “Si stupirono delle cose dette loro”. Giunti alle soglie di un nuovo anno, sentiamoci non figli del crepuscolo, ma profeti dell’avvento. Sentinelle del mattino, che sentono nel cuore la passione di giovani annunci da portare al mondo. Prendiamo, arpa e cetra, perché possiamo svegliare l’aurora.

Mentre succedevano tutte queste cose “Maria serbava tutto nel suo cuore”. Quello che abbiamo ricordato qualcuno l’ha vissuto da protagonista. Tra i protagonisti di quest’anno, c’è chi ha avuto un confidente, un amico, tutti un confratello. È normale allora fare una preghiera: riempi le attese dei giovani novizi e consacrati, colma di pace chi hai chiamato a compiti di responsabilità, allevia le sofferenze di chi è nella malattia, dà nuovo entusiasmo a chi è stanco.

Di fronte ai cambi che segnano la storia, il Signore bambino ci doni di sentire sulla pelle i brividi dei nuovi inizi, ricordi a tutti che c’è un cambio di rotta da attuare. I segni di Dio battono alle nostre porte, per questo come governo generale abbiamo dedicato tempo per conoscerci e crescere nell’amicizia, abbiamo scelto di fare una settimana di studio per trovare i modi migliori per lavorare, ci siamo ritrovati per preparare la lettera programmatica: “Misericordia. Sulle tracce di Dio” che sarà pubblicata il 6 gennaio 2016. In questo Natale Lui ci aiuti a capire che non basta accogliere: bisogna attendere. Accogliere talvolta è segno di rassegnazione. Attendere è sempre segno di speranza.

Il Signore che viene ci sorprenda, e ci trovi pronti a metterci sulle sue tracce. A tutti auguri per un Natale pieno di gratitudine verso il nostro Dio che continua a visitarci.

 

P. Heinrich Wilmer, scj

Superiore generale

e suo Consiglio

 

Prot. N. 0549/2015

Roma, 8 dicembre 2015

 


Vedi la Lettera di Natale nelle varie lingue:

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