Il viaggio, la terra straniera, l’oppressione subita, la liberazione da parte di Dio, il grande Esodo e infine l’arrivo e il dono della Terra costituiscono il “paradigma” di ogni “storia della salvezza”, sia personale sia collettiva: in Gesù Cristo questo “viaggio” ha il suo compimento e la sua pienezza. L’offerta a Dio delle primizie diventa l’occasione e il modo per proclamare il senso ultimo di tutta questa vicenda: celebrare la comunione tra il popolo e il suo Signore “restituendo” a Lui quello che da Lui abbiamo ricevuto, fare cioè di ogni cosa non un possesso, ma una parola e una via di comunione. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono … allora gridammo … il Signore ascoltò la nostra voce…” e anche noi, oggi, possiamo “appropriarci di queste parole per “descrivere” nei suoi livelli più profondi e veri, la “nostra” storia personale e collettiva.
Pr 3,9: Onora il Signore con i tuoi averi e con le primizie di tutti i tuoi raccolti
Rm 11,16: Se le primizie sono sante, lo sarà anche l’impasto; se è santa la radice, lo saranno anche i rami.
La giustizia che viene dalla Legge ipotizza un “uomo che la mette in pratica” e che “per mezzo di essa vivrà”. La giustizia che viene dalla fede toglie di mezzo ogni ipotesi di opere nostre: né il salire al cielo per farne discendere Cristo, né lo scendere nell’abisso per far risalire Cristo dai morti. Gesù, sceso nella nostra carne e nella nostra storia ferita, sceso fino alla sua Croce, e Gesù risorto dai morti, è il Gesù è vicino a noi. “Vicino a te è la Parola (cioè Gesù!), sulla tua bocca e nel tuo cuore”. Ed è questo che consente di proclamare con la bocca che “Gesù è il Signore!” e credere con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti: e questa è la salvezza. senza nessuna condizione legata alla Legge, per questo la salvezza è offerta a tutti, al Giudeo come al Greco. Non c’è più distinzione, perché “lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano
Sal 71,1: In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso.
Fil 1,20: secondo la mia ardente attesa e la speranza che in nulla rimarrò deluso.
Il Male è veramente un …”mistero”. Una realtà più grande dell’umano e di ogni sua potenzialità. La stessa “personificazione” nel “diavolo” non è una fantasia immaginifica, ma concorre a sottolineare la realtà di un “Nemico”, contro il quale l’uomo soccombe se non è soccorso da “Uno più forte”. Nel nostro brano Cristo Gesù si presenta e si rivela come “uomo di Dio”, umanamente esposto alla violenza e alla potenza del Male, e soccorso e salvato dalla potenza di Dio. La Parola che oggi riceviamo è dunque un’immagine dello scontro tra il Male e la fragilità umana, visitata e salvata da Dio. Il diavolo affronta Gesù con quel “Se sei figlio di Dio…”. Gesù illumina il volto profondo di questa figliolanza, che è forte non per potenze e possessi mondani, ma per la comunione umile e totale con il Padre.
Is 1,7: La vostra terra è un deserto, le vostre città arse dal fuoco.
Ap 17,3: L’angelo mi trasportò in spirito nel deserto.
Per il confronto personale o in gruppo:
- Cosa credi di poter offrire al Signore?
- Credi più alla legge o all’azione di Cristo Gesù?
- Come vedi lo scontro tra bene e male?