Apertura del Seminario Teologico dehoniano “Sint Unum” per la prima volta in streaming
Dall’11 al 19 luglio si svolge in streaming il Seminario teologico promosso dalla Commissione Teologica Dehoniana Internazionale (CTDI), in collaborazione con il Centro Studi Dehoniani. Questo incontro fra teologi dehoniani si celebra ogni tre anni, con lo scopo di riflettere su un particolare aspetto teologico rilevante non solo per il mondo dehoniano, ma anche nell’attuale compagine ecclesiale e sociale.
Il Seminario Teologico era stato pensato e pianificato a Yaoundé, in Camerun, ma a causa delle COVID-19 si è dovuto modificare il piano progettuale. Tuttavia, gli organizzatori hanno accolto la sfida di trasmettere il seminario “a distanza”, seppur a numero chiuso.
Per nove giorni, i partecipanti prendere parte a riunioni virtuali in diverse modalità. Trattandosi di un incontro intercontinentale si è dovuto tenere presenti non solo le differenze linguistiche ma anche di orario (le differenze orarie arrivano fino a 12 ore). Anche se tutti sono “a casa”, il ritmo del lavoro richiede che ciascuno si sforzi di essere presente, portando attivamente riflessioni e contributi personali. Nella metodologia sono previste conferenze di ascolto per tutti, lavoro in gruppi continentali, e contributi personali.
Il tema del Seminario Teologico è “Sint Unum – Sfide e Prospettive Oggi,”. Il convegno intende esplorare eventi, sfide e conseguenze del termine “Sint Unum”.
L’evento è iniziato alle 15.00 di sabato 11/07 (ora di Roma) attraverso la piattaforma virtuale di Google Meet. Dopo «l’arrivo» dei partecipanti, il Superiore Generale P. Carlos Luis, ha introdotto i lavori, riflettendo sul rapporto tra il Sint Unum e la cura di Dio: il Sint Unum è un’espressione della cura di Dio e, di conseguenza, esso diventa un’espressione della cura per l’altro.
Il relatore Don Augustin Germain Messomo Ateba, Preside della Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica dell’Africa Centrale di Yaoundé ha affrontato la questione del peccato e i legami sociali oggi, mediante un approccio biblico-teologico: «le colpe e i peccati di questo mondo hanno la loro fonte originaria nelle deviazioni dalla fede e dalla speranza che poniamo nell’uomo e nel significato che diamo alla fratellanza umana». Il peccato – ha continuato il relatore – colpisce colui che Dio ama, e il peccatore, perché il peccato provoca disordine nell’essere umano, in particolare dal punto di vista psicologico. Se si vuole vivere “esternamente” il Sint Unum, bisogna ricercare l’unità interiore.