Riflettendo sul motto del Capitolo Generale: misericordia e perdono

Verso il capitolo generale 2015: contributi della commissione teologica dehoniana europe

di  John van den Hengel, scj

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Misericordia e perdono

Quando noi membri del Consiglio Generale siamo stati per la prima volta introdotti nel tema del prossimo Capitolo Generale “Misericordiosi, in comunità, con i poveri”, c’è stato un primo momento di imbarazzo perché il tema proposto era diverso di ciò che ci aspettavamo. Infatti la prima parola ‘misericordiosi’ non è un termine molto usato nella Congregazione per descrivere la nostra spiritualità. Quindi c’è stato un attimo di esitazione, ma poi ci siamo resi conto del potenziale che questa parola ci offre. È un dato di fatto che la parola ‘misericordia’ o ‘misericordioso’ non è entrata nel linguaggio della Congregazione, e nemmeno nella nostra Regola di Vita. Poi molti di noi hanno scoperto che P. Dehon nei suoi scritti ha utilizzato questo termine. Con grande gioia abbiamo imparato che Dehon ha parlato molto della misericordia, soprattutto nel contesto del ‘peccato’ e dell’esperienza della misericordia di Dio che supera il peccato. Nella sua riflessione richiama l’abbondanza della misericordia, una specie di ‘eccesso’ che si trova in Dio e che rende possibile tale esperienza. E Dehon nei suoi scritti parla frequentemente di questa abbondanza in Dio riferendosi a Gesù, nel guarire i malati, nell’abbondanza del vino a Cana, e nella moltiplicazione dei pani. Nella comprensione di questa abbondanza possiamo cominciare a capire cosa significa parlare del perdono dei peccati. La questione se il perdono è possibile da un lato deve tener conto del significato del ‘peccato’ nella nostra vita personale, della gravità di un errore che ha un effetto tremendo sul nostro carattere. Questo può portare a situazioni in cui perdiamo la capacità di fare determinate cose, viene meno la libertà di agire. Dall’altro lato se teniamo conto della nozione di misericordia che incontriamo particolarmente nella persona di Cristo, ci rendiamo conto di qualcosa che ci viene incontro come promessa. Paul Ricoeur nei suoi scritti parla dell’inno del perdono, della possibilità per il perdono. Questo però giunge a noi da una altezza che raramente prendiamo in considerazione. Quando questa capacità di Dio, questo ‘eccesso’ di Dio, che Ricouer chiama super-abbondanza, ci viene incontro, supera ciò che abbiamo fatto, dandoci una nuova possibilità di agire, una nuova capacità di recuperare qualcosa nel nostro carattere che avevamo perso con il peccato. Penso che Dehon ne era molto cosciente nei suoi scritti e ce ne rendiamo conto nei nostri tempi: è possibile superare la nostra colpa, recuperare in noi una capacità di agire. Siamo invitati ad entrare in questa super-abbondanza di Dio. È questo che si apre a noi come Congregazione: la capacità di ripensare ciò che la misericordia di Dio può operare nella nostra vita, ma pure nella vita di altri con cui lavoriamo e viviamo. È questo il grande dono che ci offre il tema del prossimo capitolo generale.

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