Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù
Noi Sacerdoti del S. Cuore ci presentiamo come “Dehoniani”, per amorevole riferimento al nostro Fondatore, il Servo di Dio P. Leone Dehon. Ci proponiamo di vivere e far rivivere il carisma di P. Dehon, la sua spiritualità e la sua opera nella chiesa e nel mondo.
La Congregazione dehoniana, sorta nel 1878, si è diffusa con crescente vitalità, dimostrando una continua rispondenza alle attese sociali e religiose della gente.
Con amore consacriamo al Signore la nostra vita e le nostre energie per proclamare il Vangelo dell’Amore e servire i fratelli, soprattutto nelle situazioni e zone più difficili e bisognose.
La nostra esperienza religiosa è una missione e insieme una proposta concreta, forse un invito, per quanti, animati dallo Spirito, si sentono chiamati a dare e a darsi totalmente, perché si affermi tra gli uomini e tra i popoli la Civiltà dell’Amore e venga il Regno del Cuore di Cristo.
Stemma dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù
Lo stemma della Congregazione ha iniziato a diffondersi nel 1933 in bianco e nero, apparso su una lettera del Superiore generale P. Philippe. Questo simbolo divenne a colori, quando fu utilizzato come disegno grafico inserito nell’insegna episcopale di mons. Philippe.
La fonte di ispirazione dello stemma fu verosimilmente la croce della professione religiosa di p. Dehon (che si trova nel museo p. Dehon in Roma). Nella storia di molte entità, un modello simile di croce a forma latina veniva consegnato a ogni religioso, nel giorno della prima professione religiosa. Con probabilità il disegno grafico trovò ispirazione nello stemma ufficiale del Collegio San Giovanni a San Quintino, in Francia.
Nel corso degli anni, i vari governi generali non hanno mai esplicitamente ufficializzato uno stemma come simbolo della Congregazione e, fino ad oggi, è utilizzato – seppur rielaborato – il disegno grafico inserito nell’insegna episcopale di mons. Philippe.
Per questa ragione, le varie entità della Congregazione hanno creato e prodotto molteplici stemmi, ispirandosi a quello in uso nei documenti ufficiali del governo generale.
Il nuovo stemma
Nel 2018 durante il XXIV capitolo generale fu presentato un nuovo blasone frutto di un lungo processo di studio e analisi dei vari stemmi precedentemente in uso nella Congregazione. Esso raccoglie gli elementi originali dello stemma, ma rielabora forme e colori, inserendovi le simbologie in uso nella maggior parte delle entità della Congregazione. Anche questo stemma non è ufficialmente riconosciuto come simbolo universale della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù.
Simbologia del nuovo stemma
Lo sfondo dello stemma è blu con al centro la croce di colore argento. La croce è a forma latina, come la croce della professione di p. Dehon.
Nel centro della Croce vi è il Cuore di Gesù raggiante, con la corona di spine, sormontato da una piccola croce in mezzo alle fiamme. Il cuore con una ferita, simbolo dell’amore oblativo di Gesù, allude al vangelo di Giovanni 19,37: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”.
La corona di spine rimanda al mistero pasquale di passione morte e risurrezione di Gesù Cristo.
Nell’angolo sinistro superiore si trova il monogramma latino della Vergine Maria (AM: Auspice Maria/Ave Maria), colei che con il suo Ecce Ancilla ci “incita alla disponibilità nella fede: è l’immagine perfetta della nostra vita religiosa.” (Cst. 85)
Il lemma “Adveniat regnum tuum” (Venga il tuo Regno) che si trova sotto lo stemma è una citazione latina della preghiera del Padre nostro. Nello spirito del fondatore, la Congregazione esiste per annunciare il Regno di Dio nelle anime e nella società.
I colori dello stemma sono quattro: blu, rosso, oro e argento:
- Il colore blu dello sfondo rappresenta le virtù umane e i valori spirituali;
- l’oro della corona di spine e dei raggi è simbolo di fede, misericordia, carità e giustizia;
- il rosso del cuore indica l’amore appassionato di Dio e del prossimo.
- Il colore argento della croce rimanda al cuore argenteo della croce che apparteneva a p. Dehon e alla sua esperienza di fede (Cst. 2); lo sfondo di colore argento alla scritta “Adveniat regnuum tuum” intende affermare che la Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù “è chiamata a far fruttificare il carisma di p. Dehon secondo le esigenze della Chiesa e del mondo.” (Cst. 1)
La croce dehoniana
La storia
Nel 1979 la provincia tedesca organizzò una Festa della Gioventù nel collegio St. Sebastian a Stegen in occasione dei 50 anni della scuola. In preparazione all’incontro, si bandì un concorso per proporre un logo, il cui obiettivo era interpretare l’espressione contenuta nel libro Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry: “Si vede bene solo con il cuore”. I giudici del concorso erano i professori di arte al collegio di Stegen, Alfred Erhard e Benedikt Schaufelberger. Il vincitore fu l’allievo Martin Hättich di Sankt Märgen nella Foresta Nera. Il logo “Croce con cuore”, venne ulteriormente sviluppato dal professore Alfred Erhard e negli anni successivi divenne il logo di molte Province dehoniane, fino ad oggi.
Il significato
A prima vista, la croce con il cuore aperto in mezzo, appare simmetrica. A un secondo sguardo emerge l’irregolarità dei quattro bracci della croce. Anche l’apertura a forma di cuore è asimmetrica. L’ effetto su colui che osserva non è statico, ma dinamico: Come se il cuore pulsasse in mezzo alla croce.
Lo sguardo sulla croce è orientato verso il centro, il cuore. In questo modo sono espresse due priorità della vita cristiana:
- Il logo è un appello in favore dell’interpretazione biblica che vede nel cuore la sede della conoscenza: un forte richiamo a non trascurare le vie del cuore, al fine di conseguire una comprensione integrale della conoscenza: “Segui il consiglio del tuo cuore, perché nessuno ti sarà più fedele di lui. La coscienza di un uomo talvolta può avvertire meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare“ (Sir 37,13-14).
- La seconda priorità va direttamente al cuore della spiritualità dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Guardando la croce vediamo subito il cuore. Vediamo la sofferenza di Cristo e riconosciamo il suo amore. Il logo è realista; sì, la sofferenza, il dolore, la croce sono realtà nella nostra vita e nella vita di Gesù. Però proclamiamo una fede che non si fissa semplicemente sul dolore, la sofferenza e la croce. In mezzo alla sofferenza non vengo sommerso dal buio dell’abisso, ma scopro l’amore sempre più grande di Dio e del suo Figlio, “che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20).
- Dehon esprimeva tutto ciò in questi termini: “Gesù Cristo è realmente, nei suoi misteri e nella sua passione, il Libro scritto internamente ed esternamente. E quali sono le lettere che vediamo tracciate in questo Libro? Unicamente queste: Amore. I flagelli, le spine, i chiodi, le hanno scritte con caratteri di sangue sulla sua carne divina; ma non accontentiamoci di leggere e di ammirare dall’esterno questa scrittura divina; penetriamo fino al cuore, e vedremo una meraviglia ben più grande: è l’amore inesauribile e inesausto che considera un niente tutto ciò che soffre e che si dona senza stancarsi” (Oeuvres Spirituelles II, 305)
In questo logo il cuore al centro della croce non è semplicemente disegnato, ma viene costruito da uno “spazio libero”. A noi viene rivolto l’invito a riempire, con la nostra vita, questo spazio vuoto. Siamo chiamati a essere attenti all’esperienza di un Padre amorevole, che Gesù chiama ‘Abba’; attenti ad ogni esperienza di amore che sostiene la sofferenza.
Dobbiamo stare accanto agli uomini, in particolare nelle situazioni di sofferenze, violenza e ingiustizia, perché anche nella loro vita e nella società, possano trovare spazio la carità, la misericordia e la giustizia.