04 agosto 2021
04 ago 2021

Un Capitolo Provinciale per andare oltre… insieme.

Dal 13 giugno al 23 giugno si è svolto ad Albino, provincia di Bergamo, il 13° Capitolo della Provincia dell'Italia settentrionale. Certamente è stato il Capitolo più innovativo tra quelli finora vissuti, sia per la modalità con cui si è svolto, sia per la sua preparazione.

di  Silvano Volpato, scj

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Una commissione di quattro confratelli ha lavorato per quasi due anni in collaborazione con il Provinciale e con una coppia di esperti, la quale ha guidato il percorso attraverso modalità di coinvolgimento che ha visto tutti i membri della Provincia partecipare in prima persona.  Per alcuni mesi tre confratelli della commissione preparatoria al capitolo hanno incontrato tutte le comunità della Provincia. Poi, raccolto il lavoro svolto, si sono vissute due assemblee dove anche qui la maggior parte dei confratelli ha partecipato seguendo una metodologia di coinvolgimento in cui tutti sono intervenuti per portare il loro contributo e le loro riflessioni.
L‘Instrumentum laboris che è nato in vista del Capitolo è stato frutto dell’elaborazione degli interventi, delle richieste, delle situazioni, delle esigenze, più emergenti che la Provincia Italiana  Settentrionale sta vivendo.  Il Capitolo Provinciale non ha fatto altro che assumere questo stile collaudato. Attraverso  tavoli di lavoro, confronti e discussioni in sessioni plenarie, sempre guidate dalla coppia di esperti, tutti abbiamo contribuito a far crescere non solo un documento programmatico, nato dal basso, ma anche una voglia di maggiore partecipazione e appartenenza alla Provincia Dehoniana.   

Guardare avanti con ottimismo

È vero che non abbiamo dimenticato le fatiche e i limiti dovuti al nostro numero sempre più ridotto e all’età media molto alta dei confratelli e al fatto che attualmente non abbiamo vocazioni, ma siamo consapevoli che ciò che conta è lavorare fino all’ultimo giorno per il Regno di Dio. Crediamo ancora alla bellezza delle beatitudini. Esse hanno ancora un forte fascino e danno senso alla nostra scelta di religiosi. Il Programma Esecutivo, attraverso questa nostra modalità di confronto, è nato con naturalezza e ci ha trovati concordi nelle scelte più decisive che la Provincia dovrà assumere nei prossimi sei anni. 

Il documento finale potremmo dire rispondeva all’invito del Padre Provinciale, padre Enzo Brena,  che nella relazione iniziale ci ricordava ad “avere il coraggio di costruire risposte attuali per le domande della storia attuale, vincendo l’inerzia istintiva che ci porta a rifare quel che finora è stato fatto”. Solo grazie alla “Docilità allo Spirito possiamo trovare il modo di esprimere il nostro carisma senza limitarci a identificarlo con le opere con cui, fino ad oggi, lo abbiamo incarnato. Significa, anche, mettere al centro la vita evangelica, consapevoli che è l’amore reciproco che ci rende riconoscibili. Per essere segno nel mondo è necessario che siamo tutti animati «da un lavoro ad intra: costruire comunità che siano vere fraternità profetiche.”

Lo stile di Emmaus

Desiderio di tutti è ora di rilanciarci nel nostro servizio con uno spirito rinnovato, sapendo che nel contesto di oggi siamo chiamati a essere evangelicamente significativi, capaci di andare oltre al presente, mantenendo una forte unione a Cristo e tra di noi.  Sempre il Padre Provinciale scriveva: “che  i nostri fratelli e sorelle hanno bisogno di incontrarci come uomini che camminano con loro, li valorizzano; si aspettano che, per la nostra esperienza di vita comunitaria, sappiamo irradiare serenità, gioia, speranza, carità, saggezza malgrado le prove e le contraddizioni che toccano anche la nostra vita. Se camminiamo e cresciamo noi, aiutiamo anche i nostri fratelli a camminare e crescere. Se stiamo al livello della nostra gente e condividiamo con loro la fatica della vita teologale, se condividiamo con loro la responsabilità di essere comunità cristiana, nella valorizzazione di tutti i carismi, allora facciamo la cosa giusta, ciò che Gesù ci chiede per costruire il Regno.”

Tenda aperta all’incontro e ospitalità

Il Programma esecutivo uscito dal capitolo fa perno su tre verbi convertirsi, convenire, convergere, che diventano paradigma del nostro essere e del nostro operare. Tutto questo è stato ben espresso nella prefazione del documento finale: “questa nostra Provincia può essere la tenda di cui abbiamo bisogno, strumento necessario a chi ancora sogna di poter scoprire la verità su di sé facendo la fatica della strada: questo è convertirsi. La nostra Provincia può diventare tenda del convegno, luogo dove raccoglierci in comunità e sperimentare la bellezza del vivere tra fratelli: questo è convenire. La Provincia dehoniana dell’Italia Settentrionale può ancora proporsi tenda aperta all’incontro e all’ospitalità di tutti coloro che cercano riposo prima di rimettersi in cammino: questo è convergere”. 

Dal capitolo siamo partiti con la forza dello Spirito Santo, spesso invocato, per rimetterci in viaggio consapevoli delle nostre povertà, ma anche responsabili del dono ricevuto. 

Chiediamo al Signore che ci porti, come ha sottolineato il Provinciale nel saluto finale, a vivere “ il fascino di questa “rivoluzione” che ha acceso il cuore di tutti noi e sta al fondamento della nostra vocazione. Riscopriamo questo fascino e lasciamoci portare dal rischio rassicurante di appartenere a Lui!

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