31 maggio 2021
31 mag 2021

Una vita di evangelizzazione attraverso la musica

"La mia più grande gioia si trova nella gioia del popolo"
(Padre Zezinho)

di  Mary Gorski

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L’8 giugno, P. José Fernandes de Oliveira, SCJ, compie 80 anni. Per la maggior parte di questi anni è stato conosciuto come “Padre Zezinho”, un cantautore e interprete cristiano che ha scritto oltre 1.800 canzoni e 80 libri, e ha registrato 120 album. I suoi concerti hanno riempito gli stadi e il suo programma radiofonico in Brasile continua ad attirare milioni di ascoltatori.

Il più piccolo di sei figli, originario della città brasiliana di Machado (a sud di Minas Gerais) dice di aver ereditato il suo amore per la musica da suo padre, che pure lui suonava la chitarra. P. Zezinho ha professato i suoi primi voti con i Sacerdoti del Sacro Cuore nel 1961, e ha fatto i suoi studi in seminario negli Stati Uniti presso il seminario Sacred Heart e scuola di Teologia. In seguito ha ricevuto un dottorato onorario in Teologia e Catechesi dall’Università Cattolica del Paraná (Curitiba, Brasile) e un dottorato onorario in Comunicazione e Teologia dall’Università Salesiana di Araçatuba a São Paulo.

Tra pochi giorni festeggeremo il suo 80° compleanno, P. Zezinho ha rilasciato un intervista a dehoniani.org, riflettendo sulla sua vita come dehoniano, musicista, cantautore e interprete.

La musica e la narrazione hanno definito il tuo ministero da quando sei un dehoniano. Cosa è venuto prima, la vocazione alla musica o la vocazione al sacerdozio come dehoniano?

La gente mi dà titoli, o descrizioni, come “narratore”, “interprete”, “compositore” e “scrittore”. Sono tutte queste cose, ma non è mai stata la mia intenzione. Da bambino sognavo di diventare un sacerdote dehoniano in una parrocchia. Quella era la mia vocazione. Ma non sono mai diventato parroco. I miei superiori mi hanno incoraggiato ad evangelizzare con la musica, scrivendo canzoni ed esibendomi, soprattutto per i giovani. Penso a Sant’Efrem e all’evangelizzazione che ha fatto attraverso le sue parole e la sua musica.

Come è iniziata la scrittura di canzoni? Era un hobby o l’ha sempre visto come un ministero?

È iniziato come un hobby. Ma poi le mie canzoni sono piaciute ai giovani, ai parrocchiani e ai confratelli sacerdoti. Un gruppo di suore Paoline, che aveva uno studio di registrazione a San Paolo, mi ha invitato a registrare quattro canzoni per la nostra parrocchia. Sono andato, senza rendermi conto che sarebbe diventato qualcosa di molto più grande. In tre mesi avevano venduto 3.000 dischi. Divenne un vero e proprio “successo”. Dopo di che, le mie canzoni furono trasmesse alla radio e alla televisione, così come in performance sul palco, nelle strade e nelle chiese.

Scrivere canzoni divenne una professione, un ministero. Nel 1972 ho scritto una canzone che si traduce come: “Avevo pianificato una vita per me stesso, ma Dio aveva i suoi piani. Ed eccomi qui a fare quello che Dio ha deciso per me e non quello che avevo sognato. Ma sono più felice di quello che avrei mai potuto immaginare”.

Questo è come mi sento riguardo alla scrittura delle canzoni e alle esibizioni. Non è quello che avevo pianificato, non quello che sognavo, ma è stato il percorso che Dio ha stabilito per me. e sono felice per questo.

Puoi descriverci il processo di scrittura delle canzoni: che cosa ti ispira a scrivere una canzone o un libro?

Leggo, rifletto e poi cerco di trasmettere l’insegnamento della nostra Chiesa in musica e parole. A volte inizio con le parole, a volte con la melodia; a volte l’intera canzone sembra venire tutta in una volta. Dio ispira, l’opera viene dal cielo. Credo che la musica possa essere profetica e che gli autori di canzoni siano usati da Dio proprio come altri profeti, proprio come nei salmi. Noi scrittori siamo usati da Dio per il suo progetto. I sacerdoti, le religiose e i laici che scrivono ed eseguono non sono speciali a causa della nostra musica; le canzoni sono sempre un ministero secondario. Le canzoni sono doni per i quali dobbiamo essere grati e umili nel riceverli. È importante ricordare che essere conosciuti o famosi non significa essere saggi.

Hai una canzone o un libro preferito che hai scritto? Se sì, cosa lo rende speciale?

Delle 1.800 canzoni che ho pubblicato, più di 500 sono diventate “hit”. Le Suore Paoline le stanno raccogliendo in un libro. Questa risposta alla musica è qualcosa di speciale per me.

Quando ha iniziato ad eseguire la sua musica; come è successo?

E’ cominciato in parrocchia con la gente che si univa, battendo le mani. Stavo cercando di far conoscere il lavoro e gli insegnamenti del Vaticano II a St. Jude nel 1967 circa. Alcuni si opponevano ai nuovi metodi: “Chi è questo giovane prete che sovverte la nostra gioventù? Naturalmente, ci sono ancora alcuni che si oppongono a ciò che predico attraverso la mia musica. Il cambiamento può essere difficile. Ma altri hanno sofferto molto più di me.

Che cosa le ha procurato la più grande gioia nel suo ministero di artista? Cosa l’ha sorpresa?

La mia più grande gioia si trova nella gioia della gente. Ogni giorno rifletto alle parole di apertura della Gaudium et Spes di Papa Paolo VI che ci ricordano che le gioie e le speranze della gente, così come i loro dolori e le loro ansie, sono anche quelle della Chiesa. La gioia del popolo è la gioia della Chiesa, quindi è anche la mia gioia.

Come è cambiato il tuo ministero – le tue canzoni e le tue esibizioni – nel corso degli anni? L’enfasi è diversa ora rispetto a quando hai iniziato?

Sto sempre cambiando con la nostra Chiesa e con la nostra congregazione. I fiumi e i ruscelli cambiano costantemente, ma raramente corrono all’indietro. Per me è lo stesso, o almeno è così che cerco di vivere.

Com’è il suo ministero ora che si avvicina agli 80 anni? Continua ad esibirsi, a fare il suo programma radiofonico, a scrivere musica o libri?

Continuo con il mio programma radiofonico; ha circa 2 milioni di ascoltatori. Dopo 40 anni ho lasciato la televisione per problemi di salute. [Padre Zezinho ha avuto un ictus diversi anni fa]. Scrivo ancora libri, articoli e canzoni. Ma ho lasciato il palcoscenico e non viaggio più. Abbiamo uno studio a casa nostra dove i nostri studenti di teologia si esercitano e registrano. Anch’io! Ho insegnato catechesi, dizione e comunicazione per 32 anni, quindi lo studio ha il mio soprannome sulla porta. Lì produciamo i nostri video. Attualmente sto lavorando a un libro intitolato Por Uma Comunicação Reparadora (Una comunicazione di riparazione).

Che consiglio darebbe a un giovane che vuole seguire le sue orme come sacerdote religioso e interprete musicale?

A chiunque voglia seguire le mie orme dico: “Non ho mai voluto questo”. È il Signore, Gesù, che l’ha voluto, i dehoniani, le suore Paoline e i molti vescovi che hanno richiesto i talenti che mi sono stati dati in dono da Dio. Ho obbedito, è così che ha sempre funzionato per me, dicendo “sì”. Nel Sacro Cuore, continuo come dehoniano e sacerdote al servizio degli altri.

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