12 marzo 2024
12 mar 2024

Vegliare con te!

Lettera per il 14 marzo 2024,
Nell’anniversario della nascita di Padre Leone Dehon


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Ai membri della Congregazione
A tutti i membri della Famiglia Dehoniana

In questa occasione, l’anniversario della nascita di Padre Dehon, anche giornata di preghiera per le vocazioni dehoniane, si svolge in prossimità del nostro XXV Capitolo Generale e dell’inizio, dal 12 agosto, di un cammino verso il centenario della sua morte. Sono eventi di grande importanza per la Congregazione e la Famiglia dehoniana. Tra l’altro, perché ci danno l’opportunità di ringraziare Dio per “l’esperienza di fede di Padre Dehon” (Cst 2) e il suo impatto sulla nostra vita cristiana. Egli, come discepolo che ha saputo “scegliere la parte migliore” (Lc 10,42), ci aiuta a comprendere il carisma che condividiamo:

Fedeli all’ascolto della Parola e alla frazione del Pane,
siamo invitati a scoprire sempre di più
la Persona di Cristo e il mistero del suo Cuore
e ad annunciare il suo amore
che sorpassa ogni conoscenza.

Guardandoci intorno capiamo che abbiamo ancora bisogno di quello stesso amore che scaturisce dal costato vittorioso del Salvatore. Da quella fonte, come acqua fresca che rivitalizza, sono nate la vocazione, la coscienza e l’azione riparatrice che hanno plasmato l’identità cristiana di padre Dehon. Fu lì, in quella ferita aperta, che trovò l’acqua viva che lo tenne sveglio, attento e impegnato per la causa di Gesù, adorato nell’Eucaristia e riconosciuto, molto spesso sofferente, tra la gente del suo tempo. Nonostante le non poche vicissitudini, ha saputo compiere gesti samaritani che hanno confermato l’autenticità della sua vocazione riparatrice: si è avvicinato con speranza all’infanzia e alla gioventù; ha abbracciato la missione della Chiesa; ha sostato in adorazione al Signore; ha parlato con i datori di lavoro e i lavoratori; ha dedicato tempo allo studio e alla riflessione per migliorare anche con le sue parole il mondo che andava conoscendo. Si è lasciato interpellare da tutto ciò che accadeva e nessuno gli è rimasto indifferente:

Prendiamo sempre più coscienza
della miseria di tanti uomini d’oggi:
sentiamo il grido dei poveri.
Il persistere della miseria, individuale e collettiva,
è un richiamo insistente alla conversione
delle nostre mentalità e dei nostri atteggiamenti. (Cst 50)

Questo appello che ci giunge dai più svantaggiati ci ricorda che siamo “in mezzo a un mondo che resta costantemente da evangelizzare” (Cst 86). Padre Dehon ha fatto la sua parte. Ma mai da solo. Con alcuni partecipò ad associazioni di chiara sensibilità religiosa e sociale; con altri formò una nuova comunità di vita consacrata. Ma con tutti ha condiviso il suo ideale di amore e di riparazione al servizio del Regno.

Così, la sua passione per fare la volontà di Dio in ogni momento e in ogni luogo ci mette in guardia dalle tentazioni della pigrizia spirituale e missionaria, dell’autoindulgenza, del fatalismo, del narcisismo escludente, dell’indifferenza, della supremazia dei propri criteri, dell’uso sbagliato dei beni, del comodo isolamento, della critica letale e di tante altre seduzioni pronte a privarci dell’autentico potere che Dio ci ha dato: essere suoi figli (Gv 1,12) ed essere fratelli (Mt 23,8).

Per questo, pur riconoscendo le nostre debolezze, incluse quelle che coltiviamo nelle nostre comunità di vita, non vogliamo ignorare la persistente provocazione del Vangelo a continuare a collaborare, insieme a tanti altri, alla causa di Dio che è la Vita. È quanto Gesù ha chiesto ai suoi discepoli nell’imminenza del suo totale abbandono: “Restate qui e vegliate con me” (Mt 26,38). Così egli ci vuole oggi: vegliare per accogliere il suo Spirito, per condividere il suo pane e per custodire ogni vita. Vegliare sul dono della fede e sul dono della comunità. Svegli e attenti, senza meschini individualismi e senza credere che il cammino finisca con noi. Dio continua a chiamare, senza frontiere o distanze, nella novità, senza formato e senza copione, a stare con lui:

Coscienti della sua chiamata,
che risuona in tutta la nostra vita,
solleciti di rispondervi con fedeltà,
vogliamo essere attenti a questa azione dello Spirito,
aiutando tutti, giovani e adulti,
a discernere la propria vocazione e a corrispondervi. (Cst 86)

Ma come possiamo farlo se non andiamo loro incontro? Come possiamo accompagnarli senza trovare il tempo per ascoltarli? Dove possiamo accoglierli se la comunità non è fraterna? Come possiamo incoraggiare il “sì” degli altri se non diamo prima il nostro “sì” quotidiano?

Per tutto questo, Padre di bontà, ti chiediamo che il ricordo che facciamo del tuo servo, il venerabile padre Leone Dehon, ci sostenga nel sì che abbiamo dato al tuo Amore. Seguendo il suo esempio, sappiamo ascoltare la tua voce nel nostro Capitolo generale e nel cammino di preparazione al centenario della sua morte. Che il ricordo della sua vita e della sua dedizione ci animi nella permanente disponibilità che Maria, la madre di tuo Figlio, ci indica, ad essere vigilanti e a fare “tutto ciò che egli ci dirà” (Gv 2,5):

“Cuore di Gesù, cosa vuoi che faccia? Cor Jesu, quid me vis facere?”. Questa è la disposizione che meglio risponde alla nostra vocazione (Leone Dehon).

Fraternamente,

P. Carlos Luis Suárez Codorniú, scj,
Superiore generale e suo Consiglio

 

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