02 gennaio 2020
02 gen 2020

Visita canonica del Superiore Generale nella Regione del Venezuela

di  Levi dos Anjos, scj

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2020-01-02I

La capitale, Caracas, sembra essere ferma nel tempo, o tornata indietro agli anni ’50, dove le risorse erano scarse e la povertà era un compagno quotidiano. Macchine vecchie, bambini scalzi e sporchi che camminano per le strade, molti mendicanti e una folla di venditori ambulanti che vendono gingilli, sigarette, cose vecchie e, a peggiorare le cose, un sacco di spazzatura per terra. Spazzatura è ciò che vedi di più in qualsiasi quartiere o nelle strade della città. E tutto questo nel Distretto Federale!

E la cosa più triste, sapete cos’è? Il popolo venezuelano ha fame. Uno dei bisogni fondamentali, la preoccupazione quotidiana della popolazione della Repubblica Bolivariana è la ricerca di cibo. E il governo insiste sul fatto che tutto va bene e che tutti sono felici di essere venezuelani e di vivere qui. In tutta la città si vedono frasi che lodano le personalità e le loro azioni e slogans che promettono progresso e sviluppo. Che illusione!!!

I nostri confratelli dehoniani non si lasciano ingannare da queste bugie. Sono con la gente.

La nostra casa si trova proprio alla periferia, sulla strada principale: El Cemiterio. Proprio perché c’è un enorme cimitero dietro casa nostra. Un enorme e violento bassofondo circonda il nostro edificio, che comprende la Parrocchia di San Michele Arcangelo e la scuola di Teologia.

I nostri fratelli religiosi soffrono con la gente e anch’essi mangiano poco. Non ce n’è abbondanza. È triste vedere che le persone mangiano meno, in modo da poter mangiare più volte al giorno. È triste vedere gli autobus affollati e debolmente illuminati, diverse macchine ferme sulle strade perché sono rotte, code infinite per ottenere benzina, polizia alleata con i trafficanti, così possono sostenere anche le loro famiglie, tanti giovani nelle carceri, tanti bambini soli nelle strade…

La nostra parrocchia ha tante famiglie i cui figli hanno lasciato il paese! Sono partiti alla ricerca di una vita migliore in Perù, Colombia, Brasile, Ecuador, Cile, … Da lì inviano il poco che guadagnano in modo che i loro parenti in Venezuela possano comprare farina di mais per fare arepas (un tipo di torta) che mangiano con formaggio grattugiato. Questo è il cibo principale dei venezuelani.

Nonostante tanta tristezza e sofferenza, il popolo venezuelano non si arrende.

È incredibile la gioia di queste persone a cui piace cantare e ballare. Non credo di essermi mai preparato così bene al Natale come qui. Ho celebrato la liturgia ogni giorno alle 6:30 del mattino, ascoltando le tipiche canzoni venezuelane cantate con il cuore, e dopo la Messa si radunano alla porta della chiesa per ballare e bere una cioccolata calda con un pezzetto di pane (che costa molto, perché hanno poco). Questo è stato il più grande regalo di Natale.

Anche entrare nel bassofondo con il nostro Superiore Generale e un gruppo di laici è stata un’esperienza unica. Padre Carlos Luis è nel cuore di queste persone. Le famiglie hanno aperto per molti anni le porte alla comunità cattolica per svolgere un lavoro eccellente in un ambiente in cui vi sono problemi di droga e violenza. Quante persone hanno ritrovato la via della fede grazie all’opera dei nostri confratelli! Quì è dove Padre Dehon ci vuole!

Tutto ciò lo stiamo vivendo nel contesto della visita canonica del Superiore Generale. Arrivati qui l’1 dicembre, abbiamo visitato le due comunità di Caracas: Seminario di Teologia e Parrocchia e il Seminario di Filosofia (con 7 seminaristi), quindi abbiamo visitato San Carlos, Tinaquillo, Valencia e Mariara. Abbiamo trovato zelanti confratelli preoccupati con il popolo. Un potenziale che è garanzia di futuro per la Regione.

A Caracas, nella parrocchia dehoniana di San Miguel, abbiamo partecipato all’ordinazione di due nuovi sacerdoti dehoniani: Jackson José Caripa Torres e Luis Manuel Torres. Jackson è di Caracas e Manuel di Valencia.

È stata una celebrazione animata da un coro di bambini che ha affascinato tutti. Il cardinale di Caracas, sua eminenza Baltazar Enrique, ha presieduto la celebrazione. Erano presenti tutti i confratelli della Regione e sono venuti anche molti altri sacerdoti delle diocesi. I due nuovi sacerdoti lavoreranno nella parrocchia e nella scuola di San Carlos.

Il Superiore Generale e io siamo molto consapevoli della situazione nel paese. Ci colpisce anche molto vedere che qui abbiamo confratelli guerrieri che non si scoraggiano, nonostante le molte difficoltà.

Parto dalla Venezuela con il cuore stretto e con enorme desiderio di fare qualcosa per cambiare questa triste realtà. Spero che attraverso il dialogo con confratelli e brave persone saremo in grado di intraprendere qualcosa. Anche pregare! Noi lo stiamo già facendo e continueremo a piegare le ginocchia chiedendo a Nostra Signora di Coromoto, patrona del Venezuela, di guardare maternamente questo paese sofferente.

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