17 gennaio 2023
17 gen 2023

Visita del Superiore Generale ai Dehoniani del Congo

La Provincia della RDC è una delle entità più antiche della Congregazione. La visita del Superiore Generale è stata un atto di gratitudine, vicinanza e incoraggiamento, in ricordo dei 125 anni di presenza dehoniana in Congo.

di  Floribert Bulo Dhelo, scj

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La Provincia della RDC è una delle entità più antiche della Congregazione. Nel libro di padre Savino Palermo, SCJ, intitolato Per amore del mio popolo, si sottolinea che i pionieri della missione nella Repubblica Democratica del Congo furono i due padri Gabriel Grison e Gabriel Lux, che arrivarono a Stanley-Falls il 21 settembre 1897. Il 25 dicembre dello stesso anno P. Gabriel Grison, SCJ, ha inaugurato ufficialmente la missione. È la data di creazione della missione SCJ nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Una visita molto speciale

Abbiamo voluto iniziare il nostro articolo con questo spaccato storico, semplicemente per mostrare perché la visita canonica di quest’anno del Superiore Generale nella RDC è così speciale. Come sappiamo, quest’anno la Provincia della RDC ha celebrato, in anticipo il 23 ottobre scorso, 125 anni di presenza dehoniana nella RDC. Soffermandoci su questo elemento, vogliamo ringraziare di cuore tutte le Entità dehoniane che ci hanno onorato della loro vicinanza, in varie forme, sia con messaggi di auguri e incoraggiamento, sia con donazioni e sostegno finanziario e altre ancora con la loro presenza fisica a questo grande evento storico della Congregazione. Un grande ringraziamento all’Amministrazione Generale per l’accompagnamento e il sostegno. Questa celebrazione è stata un’occasione per assaporare, ancora una volta, il prezioso dono del SINT UNUM che ci caratterizza come dehoniani.

Per tornare alla visita canonica, il 25 novembre 2022 i padri Carlos Luis Suarez Codorniu, SCJ, superiore generale, e Charles Koudjou, SCJ, consigliere generale per l’Africa e il Madagascar, hanno messo piede sul suolo della RDC. Subito il giorno dopo, è iniziato la visita dei confratelli di Kinshasa (parte occidentale del Paese) prima di raggiungere, il 28 novembre, quelli (la grande maggioranza) della parte orientale. C’è voluto tutto il mese per poter visitare le comunità dehoniane della RDC, a causa delle condizioni caotiche e critiche delle vie di comunicazione (o condizioni di viaggio) e delle strade che sono ancora difficilmente percorribili o a volte quasi impraticabili. Nonostante queste difficoltà, il Superiore generale ha visitato quasi tutte le comunità dehoniane nella RDC. Aveva certamente bisogno di un po’ di tempo in più con noi, ma a causa delle molte responsabilità e degli oneri che lo attendono, non ha potuto rimanere più a lungo del previsto.

Vicinanza e coraggio

Il Superiore Generale era determinato a incontrare ogni confratello nella sua zona di missione. Per questo motivo né la pioggia né le condizioni di accessibilità, per quanto difficili, hanno potuto frenarlo. Tra i ricordi del viaggio, vorremmo sottolineare un viaggio che ci ha impegnato per 25 ore senza soste, su strada, per una distanza di circa 700 km. Un altro momento importante di uno dei suoi viaggi è stata una notte passata in mezzo alla foresta, nel fango dove il nostro veicolo era bloccato. Non sapendo come muoverci né avanti né indietro, non avevamo altra scelta che rimanere nella buca, dopo aver lavorato invano quella notte, pale e zappe alla mano, senza trovare una soluzione. Per una distanza di 60 km, un altro viaggio ci ha richiesto 4 ore in moto. Qui abbiamo vissuto momenti in cui abbiamo dovuto abbandonare la strada per cercare deviazioni nella foresta, momenti in cui siamo caduti, ecc. Uno degli episodi di questo favoloso viaggio è stato che, a un certo punto, il Superiore Generale si è trovato addirittura bloccato in uno strato di fango. È stato necessario un intervento per tirarlo fuori. Nonostante tutto, il viaggio è proseguito con tanti sorrisi e gioia. E qui ho capito un detto popolare secondo cui dove c’è amore, c’è una via. Un’altra delle gite più turistiche è stata quella sul fiume Congo. Per una distanza di soli 300 km, ci sono volute 24 ore di viaggio, senza soste. Questo è stato uno dei viaggi più difficili. Abbiamo dovuto sopportare e affrontare il sole, la pioggia e il freddo del fiume. Con questa esperienza è facile comprendere l’inno di San Paolo sull’amore: “L’amore è paziente, l’amore è servizievole, l’amore non si vanta, ecc. ma trova gioia in ciò che è vero, giusto e buono” (1 Cor 13, 4-8); e le difficoltà sopportate dai pionieri per portare il Vangelo.

Gioia e semplicità

Il Superiore Generale sa come seminare gioia ovunque vada. Come per il congolese, il canto e la danza sono l’espressione stessa del sentimento che lo abita, non esitava a lanciarsi immediatamente, quando se ne presentava l’occasione, sia per ballare, sia per suonare, sia per creare un’atmosfera di gioia dove si trovava. Non gli importava quale fosse l’ambiente, era in grado di adattarsi immediatamente alla realtà dell’ambiente circostante. Indipendentemente dal suo rango, si è abbassato al livello di ogni persona e questo ha facilitato un’atmosfera di fiducia e di dialogo aperto con le persone. La sua attenzione non si è limitata ai dehoniani, ma anche a tutti gli altri operatori pastorali che collaborano alla missione di annunciare la buona novella al popolo, in collaborazione con i dehoniani. È in questa prospettiva che ha incontrato diverse altre congregazioni religiose, tra cui quella della Sacra Famiglia (o Jamaa Takatifu), una congregazione religiosa femminile, fondata da uno dei confratelli dehoniani, da cui proveniva la beata suor Anuarite Nengapeta, martire in Congo. Non ha perso nemmeno l’occasione di recarsi in pellegrinaggio sul luogo del martirio della Beata e sulla sua tomba, situata a Isiri.

125 anni di evangelizzazione della presenza SCJ

Solo alla vigilia del suo viaggio abbiamo finalmente capito il motivo per cui il Superiore generale aveva scelto di trascorrere tutto l’Avvento e di celebrare il Natale con noi nella RDC. Infatti, nel suo discorso di commiato ai dehoniani della Provincia, riuniti nella Casa del Sacro Cuore, Casa Provinciale, ha detto di essere stato sopraffatto dalle emozioni durante la celebrazione eucaristica del 25 dicembre 2022. 125 anni dopo, si trovava finalmente nel luogo in cui era iniziata la missione della RDC, nella parrocchia di San Gabriele, proprio nell’anniversario della data della sua creazione. Per lui è stato un momento nostalgico che lo ha ricoperto di molti sentimenti di fede, gioia, gratitudine, zelo missionario, ecc. Ricordiamo che due settimane prima aveva visitato la parrocchia di Santa Maria di Basoko, che celebrava anch’essa il suo 120° anniversario. Che dire di questa testimonianza? Solo un grande ringraziamento al Superiore Generale per questo momento ben scelto per vivere i 125 anni di presenza dehoniana nella RDC, il luogo stesso in cui questa missione è iniziata e che si ritiene, secondo la storia, abbia salvato la Congregazione che rischiava di chiudere. La nostra reverenza al Venerabile Padre Fondatore che è stato guidato dallo Spirito Santo a inviare missionari in questo campo di missione. Il nostro omaggio anche a padre Gabriel Grison per i semi gettati nella buona terra, terra fertile, a tutti i missionari che hanno seguito le sue orme. Grazie al loro coraggio e al sangue di molti missionari versato nella RDC, in diverse province del Paese, il nome dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù ispira rispetto, fiducia e gratitudine.

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