Padre Alfonso Maria Rasset fu assistente del fondatore. P. Dehon scrisse di lui: è stato il mio principale assistente. S’interessava in modo particolare della gioventù, la sua salute e gli studi. È stato come una madre di famiglia. Ho visto pochi sacerdoti con una fede tanto viva".
Padre Alfonso Maria (Adriano) Rasset (1843-1905)[1]
Il 13 luglio 1877, Mons. Thibaudier, vescovo di Soissons, autorizzò padre Dehon a fondare a Saint-Quintin, sotto la copertura di un collegio, un nuovo Istituto religioso. Dehon iniziò il suo noviziato il 31 dello stesso mese. Non poteva rimanere da solo, aveva bisogno di mettersi in contatto con altri, cercare dei discepoli. Il primo fu l’abbé Adriano Rasset. Nato il 12 settembre 1843 a Jouvincourt (Aisne), era stato ordinato prete a Soissons il 6 giugno 1868.
Il 28 luglio 1874 p. Dehon aveva fondato con un suo amico, abbé Petit, un oratorio diocesano a S Saint-Quintin: “volevamo far qualcosa per il clero, per la loro santificazione, che è il migliore degli apostolati”.[2] Sono stati in sei a partecipare alla prima riunione. Non è tanto chiaro, nei dati di p. Dehon, quando l’abbé Rasset si è iscritto a questo Oratorio. P. Dehon afferma, nelle sue memorie, che egli si è iscritto mentre era parroco a Clamecy. L’abbé Rasset vi era stato dal 28 agosto 1871 fino al 21 gennaio 1875[3], ma nella biografia su Rasset Dehon scrive che quell’iscrizione avvenne nella primavera del 1875, quando era vicario a Sains[4]. Si conserva una lettera di Rasset a Dehon (15 aprile 1875) quando era segretario esecutivo dell’Ufficio diocesano delle Opere. Aveva formato un Circolo operaio a Sains e chiedeva alcuni consigli. Scrive anche: «Il decano di Neully-St. Front[5] mi aveva chiesto insistentemente di mettermi in contatto con Lei riguardo l’Oratorio diocesano… quest’opera è tanto necessaria per i poveri operai del Vangelo come l’Opera dei circoli per gli operai della fabbrica»[6]. Dunque, risulta che si è iscritto quando era a Sains. Anzi, secondo gli Atti dell’Oratorio del 17 agosto 1875 in tale data fu proposta l’ammissione di p. Rasset a fare la promessa di stabilità, dopo aver fatto il suo noviziato, che era durato alcuni mesi.[7] Il 9 maggio p. Rasset aveva scritto di nuovo a Dehon chiedendo di inviargli alcuni documenti sull’Associazione di Maria. Di nuovo parla del Circolo operaio e del bisogno urgente di fondare un Patronato[8].
I due padri si conosceranno durante il Congresso diocesano organizzato Dehon a Liesse (10-11 marzo 1875). Su questo primo incontro abbiamo alcuni dettagli che Rasset riferì il 22 giugno 1881 al novizio Santiago (Ernesto) Herr: «Ho Sempre pensato che la prima opera da compiere dovesse essere la santificazione del clero. Nel seminario, nei miei tempi, l’idea dominante era che c’era bisogno di un’associazione speciale con uno stile di vita che permettesse al sacerdote di dedicarsi al santo ministero, senza soffrire il detrimento che constatiamo» [9]. Afferma poi che, incontrando per la prima volta Dehon a Liesse, si era reso conto che questo progetto poteva essere portato a termine, e che l’uomo giusto per farlo era proprio Dehon, con il quale si propose di parlare[10].
Durante il Congresso di Saint-Quintin (23-25 ottobre 1876) si incontrarono per strada e Dehon gli disse: «Ho molte cose di cui parlare privatamente con lei…». Padre Rasset scorse in quelle parole un invito ad andare ad aiutarlo nell’Opera del patronato che aveva fondato nel 1872.[11]
Nel dicembre 1876 Rasset fece un ritiro di discernimento per comprendere cosa fare: restare prete diocesano o farsi religioso, ma quel ritiro non lo aiutò. Nell’Oratorio conobbe che Dehon pensava a iniziare un Istituto religioso, così intorno al 2 febbraio 1877 scrisse a Dehon per comunicargli che desiderava incontrarlo per una questione importante che si trattava di un’opera. Senza dubbio pensava ad un’opera per la santificazione dei preti. Si incontrarono nel convento delle Suore Francescane Ancelle del Sacro Cuore di Gesù.
Padre Dehon gli comunica il progetto di un’opera riparatrice e gli riferisce i lumi di preghiera di Suor Maria di S. Ignazio, in modo particolare quelli del 2 febbraio 1878[12]. Rasset decise di unirsi a Dehon e il 18 febbraio chiede al Vescovo di Soissons di entrare in un ordine religioso.[13] Iniziò il Postulato il 28 giugno 1878, stesso giorno in cui p. Dehon faceva i suoi primi voti religiosi. Nel mese di luglio va a prepararsi per la vita religiosa con gli esercizi di S. Ignazio diretti da Padre Modeste SJ, direttore di Dehon nonché conoscitore delle “rivelazioni” di Suor Maria Ignazia circa la fondazione della nuova Congregazione di Dehon, della quale era favorevole. Forse i due parlarono anche di questo, fatto sta che il 12 agosto Rasset riceve l’abito religioso.[14]
Due giorni dopo ne scrive alla sorella religiosa, missionaria in Haiti: «(…) Il 12 agosto ho preso il colletto romano e sono diventato novizio del Sacro Cuore… Ho ricevuto il nome di Alfonso[15] Maria in memoria della mia prima Messa nel convento delle religiose, il 2 agosto, nella festa di S. Alfonso… Mi dici che ti offri come vittima al Sacro Cuore. Prendi con tanta cura questo spirito, ti farà felice nella vita religiosa; quante disgrazie si potrebbero evitare se quest’idea prevalesse! Se soffri, ricordati della tristezza della Madonna della Salette… parlava dei peccati del suo popolo. Se ti offri come vittima, non aspettare nella vita religiosa altra felicità di quella che ebbe la Madonna, poiché il ricordo delle sofferenze passate e future, mai si cancellava dal suo cuore».[16]
Questa spiritualità vittimale del Sacro Cuore sarà sua durante tutta la sua vita. Come novizio fu anche incaricato dell’Opera del Patronato e vi lavorerà diversi anni, scrivendo la biografia di uno dei suoi collaboratori più stretti, Alfredo Santerre[17]. Il 5 ottobre 1878, prossimo alla festa del Santo Rosario, scrisse alla sorella: «Procurerò domani d’organizzare il rosario vivente nel Patronato per decine e settori… »[18].
Alla fine del 1878, Dehon cominciò ad ammalarsi gravemente. I medici gli pronosticarono sei mesi di vita[19]. La situazione inquietò molto Rasset che si chiese cosa fare: restare o andarsene dall’Istituto? Il 12 aprile scrive alla sorella: «Il giorno di S. Giuseppe mi sono obbligato con voto a restare nella nostra nascente Congregazione. Soltanto la morte del nostro caro Superiore potrà lasciarmi libero, o nel caso egli voglia farmi uscire»[20].
Non tutti avevano tanta fiducia in Dehon e nella sua Opera come Rasset. Diversi preti di Soissons dubitavano sul futuro dell’Istituto. L’abbé Périnel scriveva (l6 gennaio 1879) all’abbé Désaire: «Ogni tanto vedo l’abbé Rasset. È veramente un uomo di Dio, ha sempre tanta fiducia nella sua Opera; sebbene io non partecipi nel suo modo di vedere le cose, l’abbé Dehon manifesta sempre una grande fiducia, dice apertamente di sentirsi sicuro del suo esito secondo le ispirazioni, o piuttosto rivelazioni della religiosa francescana. Piaccia a Dio che tutto si compia secondo le sue convinzioni e desideri, ma dubito che riesca a fare partecipi delle sue sicurezze uomini seri che vogliono fondare qualcosa su basi positive e sicure».[21]
Anche le Ancelle del S. Cuore di S. Quintino erano preoccupate; una di loro, Suor Maria di Gesù, il 25 novembre 1878, offrì la sua vita al Signore in cambio del ristabilimento della salute di Dehon. La sua offerta fu accolta il 28 agosto 1879 e nello stesso giorno Rasset scrive alla sorella religiosa: «…questa notte, la nostra cara Suor Maria di Gesù, della quale ti parlai, se ne è andata in cielo a festeggiare sant’Agostino… Aveva tutti i doni della natura e li ha sacrificati generosamente a Nostro Signore. (…) Continuiamo a pregare, a soffrire…abbiamo tanto bisogno di questo aiuto. Le nostre opere sono molto colpite. Farò la mia professione l’8 settembre. Non so ancor se fare il voto di vittima»[22].
La lettera accenna allo spirito di vittima diffuso tra le Ancelle del Sacro Cuore così come nella Congregazione di Dehon, i cui membri oltre ai tre voti classici facevano anche quello di vittima. Rasset, impressionato dai fatti e riflettendo su ciò che quel voto può esigere comincia a dubitare. Alla fine lo emise e Dehon commentò: «Dovrà portare fino alla fine la sua croce, fino al termine della sua vita »[23].
Dopo la professione, Rasset continuò a lavorare nel Patronato e nel 1879 si fa carico dell’istruzione religiosa di un gruppo di giovani nella città.[24] Frattanto i tempi diventarono difficili per le congregazioni religiose, c’era pericolo di espulsione e i decreti di Jules Ferry (marzo 1880) deliberano l’espulsione entro tre mesi dei Gesuiti.
Vista la situazione, Dehon pensò di portare il noviziato all’estero appena possibile. Si recò senza successo in Alsazia, a Lione, Ars, Bourg, Friburgo. Alla fine di luglio invia Rasset in Inghilterra per studiare le possibilità di una nuova fondazione, ma al vescovo di Soissons l’idea non piacque e lo richiama di nuovo a Saint-Quintin. Alla fine, nel 1883, Dehon fonda un possibile rifugio per i suoi a Sittard (Olanda). Intanto viaggio e permanenza di Rasset in Inghilterra non sono stati vani e gli sono serviti in seguito per poter dare lezioni di inglese nel Collegio S. Giovanni.
Quando nel 1883 giunge l’ora del “Consummatum est”, fu P. Modeste SJ ad animare Rasset alla fiducia e alla speranza: «L’opera del S. Cuore ricondotta al suo primo progetto e ridotta alle proporzioni primitive trionferà, ne sono completamente sicuro. Troppo bella e tanto necessaria per essere abbandonata dal Signore».[25] Risorta la Congregazione, nel 1884 Rasset fu dal Vescovo nominato primo assistente di Dehon e dal 2 agosto 1885 al 6 gennaio 1886 gli fu affidata, durante la malattia del parroco, la cura pastorale di Saint-Éloi de Saint-Quentin[26]. In seguito, non essendo il vescovo d’accordo sull’insegnamento (soprattutto della filosofia) dei Lazzaristi nel Seminario Maggiore, li aveva sostituiti e poiché avevano anche l’incarico delle missioni al popolo nella diocesi, dovette ricorrere per questo compito ai Sacerdoti del Sacro Cuore.
I primi missionari furono formati nella Casa del Sacro Cuore dallo stesso Dehon e presentati dal Vescovo nella sua lettera quaresimale (20 febbraio 1886); anche Rasset faceva parte dell’equipe.[27] Informando la sorella, Rasset scriveva: «Nei dintorni di Chateau-Thierry nessuno va a Messa. A Condè i bambini disertano la chiesa, e c’è soltanto un chierichetto. È l’infedeltà assoluta, a cui bisogna aggiungere l’indifferenza dei poveri preti». Soltanto 30 persone assistettero a una sua predicazione a Dalon nel 1886.[28] Ormai non poteva continuare l’incarico nel Patronato perciò si congedò dai ragazzi e dai giovani il 1° giugno 1886; gli succedette padre Agostino Herr.[29]
Dall’11 al 16 settembre 1886 si celebra il primo Capitolo Generale della Congregazione per approfondire le direttive ricevute da Roma dopo il “Consummatum est”, per precisare e realizzare più efficacemente il fine dell’Istituto e abbozzare le grandi linee dell’Opera. Durante questo Capitolo, Rasset fu confermato Assistente generale e conservò la carica fino al 1902. Non fu un compito soprattutto da quando Dehon cominciò a svernare a Roma.
Nell’ottobre 1887 fu nominato maestro per il noviziato francese, che Dehon iniziò su richiesta del vescovo di Soissons, prima a Beautroux poi (1888) a Fourdrain, dove assunse l’incarico anche di parroco[30]. In seguito, dal 1891 al 1893, su richiesta di Mons. Duval, fu decano a Oulchy-le-Chateaux, un settore scristianizzato.[31] Tornato a Saint-Quentin, prese parte alla Commissione di Studi Sociali che preparò il “Manuale Sociale Cristiano”. Ripreso quindi l’apostolato delle missioni diocesane, nonostante la malattia lo esercitò fino a 1902.[32]
Rimase in Francia quando i religiosi furono espulsi, non ritenendo bello andare in Belgio dopo aver lavorato per 35 anni in diocesi di Soissons.[33]
Era molto ammalato e soffriva di un tumore allo stomaco. Il Vescovo lo chiamò ancora a Marchais-en-Brie, per un settore rurale totalmente scristianizzato.[34] Il 25 aprile 1904 scriveva alla sorella religiosa: «Siamo fedeli alla nostra vocazione riparatrice, sempre contenti, umili sotto la mano potente di Dio, abbandonati alla sua volontà. Facciamo semplicemente il nostro dovere nelle piccole cose senza mormorare né lamentarci, siamo amabili con tutti e accettiamo la malattia, le piccole prove e scomodità, uniti al Signore nella sua croce»[35]. A dicembre 1904 si sente scoraggiato per gli scarsi risultati, vuole abbandonare la Francia e andare a Lovanio, ma la malattia si era aggravata ed egli morì il 4 novembre 1905, a Lille dove era stato operato.
Rasset scrisse alcuni articoli per “Le Règne du Sacré-Coeur…”, fondato da Dehon nel 1889, sul ruolo sociale del sacerdote, l’organizzazione cristiana del lavoro e il Terz’Ordine francescano. Fu lui a consigliare Dehon di dedicarsi di più alla Congregazione e alla pastorale sociale, quando (1893) Mons. Duval lo obbligò a lasciare il Collegio S.Giovanni,.
Dopo la sua morte, Dehon scrisse: «…ebbe una grande parte nella fondazione della Congregazione. È stato il mio principale assistente. S’interessava in modo particolare della gioventù, la sua salute e gli studi. È stato come una madre di famiglia. Ho visto pochi sacerdoti con una fede tanto viva. Era anche tanto distaccato da se stesso, viveva per Dio e per le anime. Quanto amava il sacerdozio! Che pia dedizione aveva per i preti! Quando percorreva la diocesi per le predicazioni e missioni, non solo aiutava il prete che lo aveva invitato, ma facendo lunghe camminate a piedi visitava anche i preti vicini, che molte volte hanno bisogno di aiuto. Nessuno come lui ha condiviso con me le lunghe prove della fondazione»[36].
Fonte CUI IT 546 (ottobre 2022)
Nota: Per approfondimenti: L. Dehon: Un prêtre du Sacré-Cœur. Vie édifiant du R.P. Alphonse-Maria Rasset, OSP 6, pp.153-385. – L. Dehon: Notes sur l’histoire de ma vie, NHV 8, Index onomastique, p. 2. – A. Ducamp: Le Père Dehon et son œuvre, pp. 269-271.– Lettera p. Rasset al novizio Ernesto Herr, 22 giugno 1881, AD.B.37/1H1; DEH 1991/1. – Marcel Denis: Le project du P. Dehon, STD, 4 pp.63-68.– Manzoni Giuseppe: Tre fiamme, una luce, STD 24, pp. 5-73. – Mons. Philippe: Die Kongregation der Herz-Jesu-Priester, “Heimat und Mission” 1952, pp. 259-260. – Egidio Driedonkx. – La correspondencia de los primeros novicios, “Caminos dehonianos”, 17 pp. 5ss.
[1] Il testo – come quelli che seguiranno – è la ripresa redazionale, curata da p. Aimone Gelardi, della parte conclusiva di una serie di conferenze a suo tempo tenuta da P. Egidio Driedonkx scj: GLI IDEALI E IL PROGETTO DI P. DEHON E LA RICEZIONE NEI SUOI PRIMI COMPAGNI (Titolo originale: Los ideales y el proyecto del P. Dehon y de sus principales primeros seguidores). Gli era stato chiesto di tenere alcune conferenze sul progetto di p. Dehon e di coloro che, con lui per primi vi aderirono, lo fece corredando le circa 50 pagine del suo lavoro di note e bibliografia per eventuali approfondimenti personali. La scelta di fare conoscere alcuni dei primi membri della Congregazione per noi, come per Driedonkx intende ricordare quanto hanno fatto all’inizio della storia della Congregazione. Da qualche parte è scritto: «1Facciamo dunque l’elogio degli uomini illustri, dei nostri antenati per generazione… 10 furono uomini virtuosi, i cui meriti non furono dimenticati… 12La loro discendenza resta fedele alle promesse …» (Sir. 44, 1.10). L’immagine che accompagna gli articoli, quasi a individuarne la serie, riproduce alberi secolari.
[2] NHV 6, X, 174.
[3] NHV 6, X, 176
[4] L. Dehon, Un prêtre du Sacré-Cœur. Vie édifiant di R. P. Alphonse- Maria Rasset. OSP 6, p. 215.
[5] Era l’abbé Frion, presidente dell’Oratorio di Soissons. Cf. NHV X 174-177
[6] AD. B.32./9ª. 2.
[7] Atti dell’Oratorio da 1874 a 1877. AD.B. 32/ 3.1.
[8] AD. B.39/9ª.2.
[9] AD. B. 37/ 1H 1. inven. 651.01. DEH 1999/1.
[10] AD. B. 37/1H 1.
[11] Un prête du Sacré-Cœur o.c. 218.
[12] Cf. NHV 6, XIII, 71-74, Soeur Marie-Ignace: Je veux; oui je veux des prêtres victimes. Dis-le-lui. Je ferai tout. Il n’a que se montrer docile (Le Père Jean) a ma voix et a ma grâce.
[13] AD.B. 37/ 1H 1.
[14] Un prêtre du Sacré-Cœur o.c. pp.228.
[15] Il nome di battesimo era Adriano Rasset.
[16] Un prêtre du Sacré-Cœur o.c. pp. 230-231.
[17] Alfred Santerre, un juste Saint-Quentinois, 1902.
[18] Un Prêtre du Sacré-Cœur o.c. pp.231-232
[19] A. Ducamp, Le P. Dehon et son Œuvre, Paris-Bruges 1936, p. 269
[20] Un prètre du Sacré-Cœur o.c. p. 233
[21] AD.B. 115/3 inven. 1180.24.
[22] Un prètre du Sacré-Cœur o.c. p. 233.
[23] Idem p. 232-234
[24] Idem p. 235
[25] Lettera di P. Modeste a P. Rasset, 21 aprile 1884 AD.B. 37/1H 3; inven. 651.o3.
[26] Un prêtre du Sacré-Cœur o.c. pp. 260-262.
[27] G. Papasogli, Leone Dehon, pp. 248-251.
[28] Un prêtre du Sacré-Cœur, o.c. pp. 273-275.
[29] Padre Kayser in “Lugdunensia”, 1965, n. 42. pp. 56-58.
[30] Un prêtre du Sacré-Cœur, o.c. pp. 292-296.
[31] Idem, pp. 321-328.
[32] Idem, pp. 328-348.
[33] Un prête du Sacré-Cœur o.c. p.351.
[34] Idem, p.349.
[35] Idem, p.351.
[36] Idem, p.361; Souvenirs OSP 7 p.222