P. Lagrand fu amico personale di p. Dehon, fin dalla sua giovinezza. Entrato in Congregazione ricoprì diversi incarichi, tra i quali quello di Consigliere Generale. Morì un giorno dopo la morte di p. Dehon.
P. Matías Maria (Orfila) Legrand (1849-1925)
Con padre Falleur aveva fatto l’ingresso in Congregazione, il 4 ottobre 1879, anche Orfila Legrand. Era nato il 9 luglio 1848 nel dipartimento dell’Aisne a Caumont, presso Chauny e apparteneva a una famiglia molto cristiana. Alla fine degli studi secondari entrò nel Servizio dei contributi interni a Chauny. Soldato durante la guerra dal 1870 al 1871, si era salvato grazie alla protezione di San Giuseppe. Dopo la guerra aveva riprese il lavoro ai Contributi interni a Saint-Quintin.
Diventato amico di Dehon, trasferito a Chartres, continuò questa relazione d’amicizia. Mentre Dehon fondava la Congregazione, già nel 1877 lo aveva invitato a farne parte. Egli però non si sentiva degno del sacerdozio, aveva sentito tante storie scandalose sui preti che pensava: “Per diventare sacerdote bisogna essere santo, se no, meglio non diventarlo”. Dehon, allora, rispose: «Abbiamo bisogno anche di fratelli, per avere cura dei circoli, patronati, come fa adesso a Chartres. Ci mancano economi, vigilanti per i collegi, ecc. Venga a svolgere un ruolo da laico». Consigliato dal fratello prete, che non aveva molta fiducia nella sua vocazione, restò ancora per due anni nel mondo, prima di entrare nella Congregazione[1].
Si conserva negli archivi della Congregazione a Roma una lista degli aggregati all’Associazione Riparatrice, fatta dal novizio Mattia Legrand nel Natale 1880. Vi appaiono 33 uomini e 33 donne. Sembra che a p. Dehon toccasse scrivere agli uomini, e alla Chère Mère, alle donne, come si vede in un foglietto di propaganda dell’Associazione del 1890[2]. Nella lista degli aggregati troviamo parecchi familiari di Mattia Legrand e persone di Chauny e Chartres dove egli aveva lavorato. Appare anche un impiegato dei Contributi interni a Lille, forse un ex-collega, e Claudio Lobbé, presidente del Circolo operaio fondato da Dehon[3]. Sembra essere stato un grande propagandista dell’Associazione Riparatrice. Nel mese di agosto 1881, p. Dehon scrive: «Non si disturbi per l’economato. Si mostri sempre buono, disponibile, paziente, disinteressato. Sia veramente una vittima. Abbia fiducia in S. Giuseppe, lo aiuterà. Chieda al S. Cuore che si preghi bene anche per il Cuore di Maria»[4] .
Il 21 novembre 1881 Legrand professa con Stanislao Falleur a Saint-Quintin e viene nominato economo della Casa del Sacro Cuore. In pratica, per obbedienza, iniziò a prepararsi al sacerdozio sotto il controllo dello stesso Fondatore e altri preti della Congregazione. Fu ordinato sacerdote il 29 luglio 1884.
Iniziò il suo lavoro pastorale come cappellano delle Suore Ancelle del S. Cuore a Saint-Quintin e nello stesso anno succede a Falleur come superiore nella Scuola apostolica di Fayet, missione che svolse fino al 1903, quando la Congregazione fu espulsa dalla Francia. Aveva fatto della scuola apostolica un centro di pietà e scienza ed era anche molto in contatto con i nostri missionari.[5] È stata l’opera della sua vita. Per la questione economica, aveva una grande fiducia in S. Giuseppe[6], e aveva sempre nella cappella un’immagine di Nostra Signora del S. Cuore.
Nel settembre del 1886, prende parte al primo Capitolo generale. Durante questo capitolo gli si chiede di preparare un foglietto di propaganda per la Scuola apostolica di Fayet. Non c’è traccia, negli archivi della Congregazione, di questo foglietto, ma si trova una bozza del foglietto, datata 21 novembre 1886, giorno del IVº anniversario della sua fondazione. Il foglietto ha 5 paragrafi.
Il primo paragrafo ha come titolo: “La riparazione al Sacro Cuore” e vi si spiega come la scuola apostolica voglia formare, allo stesso tempo, sia apostoli, sia riparatori del Cuore di Gesù. Il secondo contiene una piccola storia della Fondazione. Il terzo tratta del fine e dello spirito dell’Istituto. La Scuola, senza escludere le missioni lontane, che attraggono tanto i ragazzi, ha come fine un’altra forma di apostolato: la riparazione al Sacro Cuore.
Il paragrafo quarto è dedicato completamente ai benefattori ai quali si chiede collaborazione e generosità. Il quinto illustra i vantaggi spirituali dei benefattori[7].
Il secondo Capitolo Generale lo nomina Consigliere generale, carica che conserverà fino al 1919. Quando, nel 1903, la Scuola apostolica chiuse le sue porte e si trasferì in Belgio, Legrand rimase a Fayet fino a che, il 23 febbraio 1917, durante la guerra, du è stato obbligato a evacuarla[8]. Rientrando in Francia si stabilì a Lisieux, e cominciò a diventare un grande ammiratore di Santa Teresa del Bambino Gesù. In proposito è molto interessante la lettera inviata il 3 dicembre 1920 all’amico, P. Victor Mailier, di Thieu, Belgio: «Dal 9 luglio sono entrato nel mio 72º anno. Voglio assicurare che penso seriamente al mio grande viaggio al cielo. Per prepararmi, vivo più che mai la vita d’amore. Faccio tutte le mie azioni, fino alle più piccole, preoccupato soltanto di far piacere a Lui. In questa condizione perfino la sofferenza diventa una gioia, poiché, come dice la piccola Teresa, “Soffrire amando, è la gioia più pura”. Io, che mai ho avuto delle pretese, voglio andare in cielo senza passare per il purgatorio. Non è una cosa impossibile, afferma la piccola Teresa, poiché “il buon Dio non può inviare in purgatorio l’anima che vede ardere sempre nel suo amore”. Dando a Gesù tutto l’amore di cui sono capace, rispondo alla sua sollecitazione: ‘Tu, almeno, amami’, che manifesta anche tanto bene il gran dolore del suo divino Cuore»[9].
Nel 1924 va a vivere di nuovo nella Scuola Apostolica S. Clemente, stabilita a Blaugies, in Belgio. Qui muore, il 13 agosto 1925, un giorno dopo Dehon.
Interessante vedere come Legrand si rendesse conto di quanto la spiritualità vittimale della Francia del secolo XIX non avesse ormai risonanza tra la gente comune. Il 15 febbraio 1908, Prévot scrive a Dehon: «P. Mattia Legrand mi scrive che il suo bollettino o foglietto di propaganda ‘Amore e Riparazione’ comincia a propagarsi maggiormente, in modo particolare da quando è stata tolta la parola ‘vittima’; mi invia un esemplare nel quale si parla soltanto sul Regno del Sacro Cuore. Posso propagarlo? Non sappiamo a che fine ci dobbiamo incamminare. Mi sembra che c’è bisogno almeno del fine preciso della penitenza e della riparazione in unione con il Cuore di Gesù»[10].
P. Dehon risponde sul margine della stessa lettera ricevuta: «Sì, il Regno del Sacro Cuore è impossibile senza penitenza e riparazione». Sembra che né Dehon né Prevot abbiano capito bene quello che voleva dire Legrand, visto il tenore della lettera.
La lettera citata di p. Legrand a p. Mailier aveva anche un postscriptum: “Siccome non posso camminare per troppo tempo, vado nella mia stanza, per finire la mia conversazione con lei. Voglio raccontarle una vecchia storia. Il 22 agosto 1879, alle ore 11 di mattina, mi trovavo nel mio ufficio. Pregavo e piangevo, non conoscendo quale cammino dovessi prendere. Volevano sposarmi con la sorella di una carmelitana. Pregavo, in modo particolare, la mia buona Madre del cielo, era l’ottava della sua Assunzione. Alla fine Gesù passa e mi dice, come a San Matteo: ‘Seguimi’. E l’ho seguito. Avevo trent’anni e lavoravo al Ministero delle Finanze. I miei genitori, che avevano capito che avevo dato le mie dimissioni, si costernarono. Non riuscivo a guardarli senza piangere.
Mio fratello, che era prete, non credeva alla mia vocazione. Ho trovato appoggio soltanto da un mio santo zio, un vero Curato d’Ars. Non conoscevo nel nostro Istituto nessuno che avesse dovuto passare attraverso una simile prova. Se la vocazione vale quello che costa, spero che la mia conti davanti a Dio e serva per salvare anime. Deo gratias!»[11] .
[1] A. Ducamp. Le Père Dehon et son Œuvre, pp.271-276 ; H. Dorresteijn scj. Leven en persoonlijkeid van P. Dehon, pp. 79-80.
[2] André Perroux, Le p. Dehon et Mère Marie du Cœur du Jésus. STD 46. 1, pp. 242-245. – Egidio Driedonkx, La Asociación Reparadora fundada por el P. L. Dehon. Caminos dehonianos 18, p. 36.
[3] Idem. Caminos dehonianos, 18 p. 9.
[4] AD.B. 20/13.
[5] Lettera P. Bruno Blanc 3 maggio 1892, a San Clemente: “Le Régne du Sacré-Cœur ” 1892, p. 430. P. Angelo Déal, agosto 1893, “Le Régne” 1893, p. 357.
[6] Lettera senza data, Dehon gli scrive: “Buona festa di S. Giuseppe, Sia fedele a questo gran protettore. Aiuterà a sviluppare e consolidare la Scuola”. AD.B. 24/0 inven. 487.38.
[7] Archivio generale. Provincia francese. Case soppresse. Egidio Driedonkx, P. Dehon y la Pastoral vocacional, Caminos Dehonianos 13, pp. 16-18.
[8] NHV XL/1917, 104.
[9] AD.B. 21/2.i. inven. 353. 07.
[10] AD. B. 105/2.
[11] A.D. B. 21/2.i inven. 353.07. Entrambe le lettere erano in una busta che portava: Lettera di p. Mattia Legrand a P. Mailier. Può essere letta solo dal Padre. Generale, dopo la morte di P. Mattia. Desiderio manifestato da P. Mailier tre mesi prima della sua morte, in Congo, l’11.02.1921.