Con p. Dehon non vi furono solo sacerdoti. Alla prima professione del fondatore erano presenti anche due aspirati fratelli cooperatori. Chi erano i primi fratelli? Il curatore ne traccia un profilo e la loro missione
Sono pochi i dati a nostra disposizione.[1] Quando padre Dehon fece la sua prima professione (28 giugno 1878) erano presenti due aspiranti Fratelli Cooperatori: Vinchon e Heymês.[2] Uscirono però prima di emettere la professione e non conosciamo la data esatta del loro abbandono. Il 10 dicembre 1879 p. Rasset scriveva che in totale erano 14 le persone che si trovano nella Casa Madre di S. Quintino, tra di loro si trovano “dei Fratelli”[3]. Uno di loro mostrava poca fiducia sul futuro della Congregazione.[4]
Fratello Martiniano (Giuseppe) Objois (1867-1926)
Nato a Saint-Quentin, 12 marzo 1867, postulante a 17 anni, entra il 15 giugno 1884. Il 2 luglio 1885 inizia il noviziato ed emette la prima professione a Saint-Quentin il 24 agosto 1888.
Ha lavorato tutta la vita al servizio della Casa Madre e del Collegio S. Giovani. Aveva una gran amicizia con p. Dehon, che gli affidava diversi lavori.
Il 28 agosto 1914 Saint-Quentin cadde in mani tedesche. P. Dehon si trovava lì, con p. Lécart, Superiore della casa durante gli anni 1913-1916 e con Fratel Objois.[5]
Il 12 marzo 1917, Saint-Quentin fu evacuato e p. Dehon esiliato a Bruxelles, dove giunse il 19 aprile. P. Lécart e Fratel Objois andarono a Brugelette. Entrambi ritornarono in Francia, più o meno nel mese d’ottobre, e trovarono rifugio nella casa del canonico Billet a Parigi.
Verso Natale 1918, Fratel Objois rientrò a Saint-Quentin e cominciò a rendere abitabile Casa del S. Cuore che, a causa della guerra. aveva sofferto tanto[6]. P. Lécart ritornò a Pasqua di Risurrezione 1919.
In una delle sue lettere da Roma P. Dehon scrive, il 3 marzo 1919, a Suor Maria di S. Ignazio: «Ho scritto a Fratel Objois di collocare una buona famiglia che abbia cura del convento finché le Suore ritornino»[7].
Dunque dovette anche prendersi cura della casa delle Suore Ancelle del S. Cuore che era semidistrutta. P. Dehon , ritornato per pochi giorni a Saint-Quentin, il 6-7 aprile 1919, scrive nella rivista “Cor Unum” (maggio-giugno 1919): “La metà del nostro Collegio S. Giovanni è distrutta. La Casa del S. Cuore resta in piedi, ma i tetti sono sfondati e gli stucchi di gesso si sono staccati. P. Lobbé abita lì con Fratel Objois nella lavanderia, unica parte abitabile…”.
Rientrato a Bruxelles, p. Dehon scrive una lettera a Fratel Objois: “Ho l’inventario dei mobili della Casa del S. Cuore. Tenta di far lo stesso nel Collegio S. Giovanni: cappella, sagrestia, dormitori, stanze, sale, ecc… Inizia già. P. Lécart finirà con te”.[8]
E il 20 maggio 1919, gli scrive: “Prepara alcune stanze al S. Giovanni per ricevere P. Lécart il 1° giugno e i PP. Black e Heberlé dopo. Almeno lasciale pulite”.[9]
Muore a Parigi il 30 gennaio 1926.
Fratello Alfonso (Giovanni) Geiser (1844 -1922)
Nato in Germania il 7 gennaio 1844, a Heinsberg-Karken. Entrato come postulante, a 40 anni, il 20 ottobre 1884 e inizia il noviziato molto presto, il 25 dicembre dello stesso anno. Fece la sua professione il 9 giugno 1889 a Sittard.
Tutta la sua vita è stata dedicata a lavorare per la “Casa delle Missioni” di Sittard come reclutatore vocazionale e anche a fare la questua di aiuti economici, attività che gli permise di conoscere tante famiglie della regione.
Religioso eccellente, sempre sereno e felice, instancabile e dotato di grande disponibilità verso tutto e tutti era sempre puntuale, modesto e discreto. Rifletteva nella sua vita la virtù cristiana della cordialità. Ha aiutato la Congregazione non solo sotto il profilo economico, ma anche spiritualmente: era un autentico testimone nei confronti dei giovani così da suscitare vocazioni religiose.
Muore l’8 febbraio 1922, a 78 anni, per una violenta influenza, quando era il Fratello più anziano della Congregazione, il Nestore della Provincia tedesca.[10]
Fratello Raffaele Teodoro (Giovani) Heinrichs
Nato a Viekerath il 29 marzo 1849. Entrato come postulante il 24 luglio 1886, inizia il noviziato il 10 gennaio 1887, professa il 16 aprile 1888.
Ha rinnovato i voti per l’ultima volta nel 1894 e ha abbandonato la Congregazione, ma non si conosce come e quando. L’unico dato noto su di lui è che all’epoca prestava servizio come “auxiliaire” a Sittard.[11]
Fratello Engelberto (Gustavo) Raab (1865-1948)
Nato a Vicrath/Rheydt, Germania, il 29 gennaio 1865, inizia il suo postulandato il 3 ottobre 1886 e il noviziato il 2 febbraio 1887. Il primo Elenchus, manoscritto, dà come data di professione il 1° novembre 1888. Invece l’Elenchus del 1894 fa riferimento al 9 giugno 1889 stessa data che troviamo nel Necrologio 1878-1978 e, siccome celebrò il cinquantesimo (Nozze d’oro) nel mese di giugno 1939, deve aver celebrato la sua professione nel giugno 1889.
Dopo la professione fu destinato alla nuova fondazione di Clairfontaine, dove giunse il 3 luglio 1889, un giorno dopo dalla fondazione. Da Sittard era partito senza soldi e ha dovuto chiedere aiuto al parroco di Ettelbruck per continuare il viaggio.
Per tutta la vita rimase a Clairfontaine per 59 anni, dove non insegnò matematica, inglese o filosofia ma insegnò con la sua vita.
Era un uomo pio, silenzioso al quale risultava più facile parlare con Dio che con gli uomini. Sempre contento, dedito al suo convento, ai confratelli, al Cuore di Gesù, il suo volto mostrava amabilità e saggezza, celate da una barba, che gli dava un aspetto patriarcale.
Dopo tanti anni a Clairfontaine, era diventato nella comunità come un pezzo della Scuola Apostolica. Conosceva tutti gli studenti che erano passati per questa casa di formazione. Sui banchi di scuola vide i vescovi Philippe, Buckx, Demont, Boucque, e tanti altri che poi sono stati superiori o professori nella Comunità. Nei superiori, non vedeva l’uomo, ma chi gli indicava la volontà del Signore. Non cercava la sua volontà ma quella di Dio. Si dimenticava di sé stesso. Fu sempre un uomo umile e semplice.
Lavorava come giardiniere e falegname. Gli studenti dovevano aiutarlo durante certe ore della settimana. Dava loro gli strumenti di lavoro e insegnava ad averne cura per praticare anche in modo pratico la povertà. Un arnese nelle sue mani durava un’eternità.
La povertà significava per lui anche occupare bene il tempo dato da Dio, saper iniziare e finire a tempo. Era infatti puntualissimo e ordinato.
[1] Il testo – come quelli che seguiranno – è la ripresa redazionale a cura di p. Aimone Gelardi della parte conclusiva di una serie di conferenze a suo tempo tenuta da P. Egidio Driedonkx scj: Gli ideali e il progetto di p. Dehon e la ricezione nei suoi primi compagni (Titolo originale: Los ideales y el proyecto del P. Dehon y de sus principales primeros seguidores) . Gli era stato chiesto di tenere alcune conferenze sul progetto di p. Dehon e di coloro che, con lui per primi vi aderirono, lo fece corredando le circa 50 pagine del suo lavoro di note e bibliografia per eventuali approfondimenti personali. La scelta di fare conoscere alcuni dei primi membri della Congregazione per noi, come per Driedonkx intende ricordare quanto hanno fatto all’inizio della storia della Congregazione. Da qualche parte è scritto: «1Facciamo dunque l’elogio degli uomini illustri, dei nostri antenati per generazione… 10 furono uomini virtuosi, i cui meriti non furono dimenticati… 12La loro discendenza resta fedele alle promesse …» (Sir. 44, 1.10). L’immagine che accompagna gli articoli, quasi a individuarne la serie, riproduce alberi secolari. Nota: Per approfondimenti: E. Driedonkx scj, Los religiosos hermanos durante la vida del Fundador, DEH XXIII, 83, 1994/1 pp. 9-27.
[2] NHV XIII, 66 e 100.
[3] Leon Dehon, Un Prêtre du Sacré-Cœur, OSP 6. p. 235. Un prêtre du Sacré Cœur. Vie édifiante du Révérend Père Alphonse-Marie Rasset … Desclée, De Brouwer & Cie, Bruges.
[4] Lettera P. Rasset al novizio Herr. 21 giugno1881, AD.B. 37. I H I. inven. 651.01.
[5] L. Dehon, La Maison du Sacré-Cœur pendant la guerre. Cahier 1, p.2. AD. B. 40/6 (1-4) inven.676.00.
[6] Cfr. Lettera P. Dehon al canonico Billet, 31 dicembre 1918 AD.B. 23/ 1D. inven. 477.70.
[7] AD B. 19/2.1 inven. 231.19.
[8] AD B. 18/14.5 inven. 228.05.
[9] AD B. 24/10 inven. 505.05.
[10] “Das Reich” 1922, pp. 63 e 87-88.
[11] Primo Elenchus manoscritto, p. 13.