Sergei Babic si trova nel Donbass e come studente di medicina opera al pronto soccorso. Che significa vivere l’Avvento e prepararsi al Natale in Ucraina?
Sergei Dove ti trovi ora?
Mi trovo nel Donbass e lavoro in un ospedale da campo con medici americani. Facciamo il primo punto di pronto soccorso d’emergenza, la chirurgia primaria (amputazioni, stabilizzazione dei pazienti). Poi inviamo i malati in altri ospedali.
Come è la situazione?
Qui è terribile. Case abbandonate, scuole distrutte, ospedali chiusi, pochissima gente. Abbiamo problemi con elettricità, riscaldamento. Si vede tanta tristezza tra la gente. Molti vivono senza speranza.
Avvento in Ucraina: come?
Per me da cristiano, tutto ciò che ha detto il Santo Padre è la verità. Il tempo che viviamo è nella tenebra, nella debolezza, incertezza, insicurezza. Viviamo nella sofferenza, incontriamo la morte ogni giorno. Vediamo cose terribili e ci fa molto male.
L’avvento che abbiamo iniziato mi fa vedere che in questi giorni di buio e tenebre, il nostro cuore cerca luce. Letteralmente noi viviamo nel buio, perché ogni giorno sento la mancanza di elettricità e riscaldamento. Solo posso immaginare le circostanze in cui i nostri soldati si trovano. Noi capiamo ora quanto abbiamo bisogno della luce, in tutti i sensi.
Che è per te Natale?
La luce è il Signore, il bambino che nasce a Betlemme. Betlemme significa casa del pane. Noi abbiamo bisogno del pane, il cibo quotidiano, ma anche il pane spirituale. Solo questo ci può dare la speranza, ci può dare la forza di sopravvivere per resistere e vincere. Il pane è il corpo di Gesù Cristo che nasce a Betlemme. Il pane sono le preghiere che ci sostengono da varie parti del mondo. Il pane sono i volontari e medici che vengono qui a salvarci, ad aiutarci. Ringrazio il Signore che anche io posso essere qui e aiutare a fare qualcosa in questa brutta guerra, affinché termini il prima possibile.